Perché Google ha comprato Songza

Nell’ottica di aumentare i servizi musicali, BiG ha comprato il competitor di Pandora per realizzare playlist personalizzate

TI PIACE QUESTO ARTICOLO?

Iscriviti alla nostra newsletter per essere sempre aggiornato.

Se non puoi farlo da solo, compra chi lo fa per te. Sembra questo il modus operandi dell’attuale panorama hi-tech. Ai big conviene più acquisire direttamente aziende che lavorano in certi settori piuttosto che mettere in piedi il proprio lab, investendo in programmi di R&S. Ed è così che Google ha annunciato ieri di aver comprato Songza, un’app lanciata tre anni fa che compete con Pandora per la fornitura di servizi musicali, nello specifico per la creazione di playlist basate su canzoni raccomandate agli utenti. Non si conoscono i dettagli dell’operazione ma secondo fonti vicine il prezzo si aggirerebbe intorno ai 39 milioni di dollari.

Perché Google?

Ma a cosa potrebbe servire una piattaforma come Songza a Google? L’acquisizione darebbe a Big G la possibilità di ampliare il proprio servizio musicale, Play Music, inserendo funzioni aggiuntive, avvicinandosi a Pandora e, soprattutto, a Spotify. Offrendo musica personalizzata e generando playlist con canzoni basate sugli interessi degli utenti, darebbe a Play Music un appeal di certo maggiore di quello che ha oggi, dove si pone come un semplice player di canzoni conservate sul dispositivo, acquistate sul Play Store o prelevate a priori dal catalogo di Google. Insomma nulla a che vedere con servizi tipo Spotify dove basta scegliere due o tre artisti per far partire uno streaming di radio personalizzata, da poter condividere anche sui social network. Dal canto suo Google non si nasconde e ha già annunciato di voler presto “integrare il servizio in prodotti esistenti come Play Music e YouTube”.

Leggi anche:  Accenture annuncia l’acquisizione di Ammagamma