Organi artificiali, presto una realtà a disposizione di tutti

Il futuro che eravamo stati abituati a vedere solo nei film di fantascienza si è trasformato in presente: come nella celebre pellicola degli anni 80 “Robocop”, gli organi artificiali metà umani e metà sintetici sono una realtà e saranno presto a disposizione di tutti

Lo hanno annunciato nel corso del congresso del 41esimo Congresso annuale della Società europea degli organi artificiali (Esao), tenuto al Policlinico Gemelli di Roma, i massimi esperti del settore. Gli scienziati hanno discusso delle nuove sperimentazioni in campo medico per il recupero e il benessere del paziente.

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Organi metà umani e metà sintetici

L’argomento principale dell’incontro sono stati proprio gli organi bioartificiali, realizzati con metà cellule umane e a metà materiale sintetico: dalla tiroide costruita in provetta con le cellule staminali, al cuore e sangue artificiale, agli arti bionici collegati al cervello del paziente e quindi comandabili col pensiero, all’esofago sintetico costruito in laboratorio. “Il congresso – spiega Celestino Pio Lombardi, direttore dell’Unità di chirurgia endocrina del Gemelli, presidente dell’evento insieme a Gerardo Catapano, ordinario di Bioingegneria industriale presso il Dipartimento di ingegneria per l’ambiente e il territorio e ingegneria chimica dell’Università della Calabria – è un appuntamento atteso da medici, ingegneri, chimici e fisiologi, tutti impegnati nella progettazione e realizzazione di organi e tessuti artificiali”.

I progressi della chirurgia sostitutiva

Fino a non molto tempo fa alcune parti del corpo umano sembravano insostituibili. Nell’ambito del Congresso si è indagato in maniera approfondita sulle potenzialità dei nuovi tessuti artificiali, considerando le possibili applicazioni: dalle valvole cardiache alle protesi vascolari per la sostituzione di vene e arterie, ad organi veri e propri come milza, fegato, rene, pancreas e cuore. “La chirurgia sostitutiva è sempre più avanzata e mira sempre di più a ridare funzionalità al paziente – afferma Lombardi – Vanno in questo senso le protesi di arti che siano allacciate al cervello del paziente tramite interfaccia uomo-macchina, in modo che il paziente sia in grado di comandarle col pensiero e usarle come un arto naturale”.

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“Ci aspettiamo – conclude il dottor Lombardi – che una persona possa godere di una migliore qualità della vita sostituendo parti e organi del proprio corpo persi per svariati motivi. In futuro questi organi e materiali bioartificiali potrebbero contribuire a snellire le liste d’attesa di trapianti da donatori o potrebbero aiutare pazienti oggi non idonei al trapianto d’organo”.