FBI sicura: “Sappiamo chi ha attaccato Sony”

Durante una conferenza negli USA le forze dell’ordine spiegano di essere molto vicine alla risoluzione del caso di hacking

TI PIACE QUESTO ARTICOLO?

Iscriviti alla nostra newsletter per essere sempre aggiornato.

Gli hacker che hanno attaccato Sony Pictures hanno le ore contate. Almeno è questo ciò che afferma il direttore dell’FBI, James Comey, che ha parlato ai giornalisti negli Stati Uniti. Durante l’International Conference on Cyber Security a New York, il direttore ha spiegato come l’agenzia sia molto vicina a stanare i criminali informatici ritenuti responsabili dell’azione di hacking ai danni del colosso giapponese durante l’ultimo scorcio di 2014. Le impressioni dell’FBI sono state rese note anche su Twitter con un paio di messaggi di incoraggiamento verso le ricerche. In uno si legge: “Ci saranno conseguenze per i cyber criminali che hanno minacciato gli americani e i loro interessi”. Seppur possa sembrare solo un tentativo per gonfiare il petto in una situazione di stallo, un po’ tutti sono convinti che gli hacker siano davvero alle strette e in procinto di essere stanati.

Trovato l’indirizzo IP

Secondo fonti vicine all’agenzia, l’FBI avrebbe ottenuto l’indirizzo IP utilizzato dagli hacker per mettere in ginocchio Sony. Un particolare importante e fondamentale che può davvero essere considerato un progresso verso la risoluzione del caso. In assenza di ulteriori elementi è oramai chiaro che ad hackerare Sony siano stati hacker nordcoreani. A quanto pare le sicurezze dell’FBI si baserebbero su alcuni elementi essenziali ottenuti negli ultimi giorni che potrebbero essere svelati solo a indagini concluse. La motivazione è semplice e arriva dallo stesso Comey: “Vorrei mostrare a tutti i metodi che utilizziamo per scovarli ma se lo facessi anche i cattivi ragazzi ne verrebbero a conoscenza e sarebbe tutto più difficile. In questo modo invece se dovesse ripresentarsi una situazione del genere sapremmo come agire, utilizzando le stesse risorse e fonti”.

Leggi anche:  Cegeka aiuta le aziende italiane a diventare più cyber resilient