Da oggetto (non) necessario a vero e proprio telefono. La tecnologia ci ha messo un paio di anni per trasformarci in Michael Knight
Ci avevano raccontato che l’orologio intelligente ci avrebbe facilitato la vita. Bastava alzare il polso per leggere notifiche, avvisi e appuntamenti sul calendario ma non sarebbe stato un sostituto dello smartphone. Fino ad oggi. In realtà con lo smartwatch si può già rispondere alle chiamate che passano per il telefono e vengono mostrate sul piccolo display, Android o Apple che sia. Ma sempre di dipendenza tra i due dispositivi si tratta. A cambiare le carte in tavola c’aveva pensato Samsung con il suo Gear S dotato di sim, ma la scelta di utilizzare come sistema operativo Tizen ha precluso il successo al grande pubblico.
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Polso dolente
Ecco allora l’idea di LG: realizzare un orologio Android Wear con scheda telefonica. Compatibile sia con smartphone Google che iPhone, il G Watch Urbane 2 ha un processore Qualcomm Snapdragon 400 a 1.2 GHz, 768 MB di RAM, 4 GB di memoria interna e un display P-Oled da 1,38 pollici. La batteria è da 410 mAh, un bel salto in avanti rispetto ai soli 250 dell’Apple Watch. La particolarità, come detto, risiede nella presenza di uno slot per schede sim capaci di viaggiare su frequenza da 4G o 3G, a seconda del luogo in cui ci si trova, oltre al Wi-Fi a cui connettersi per risparmiare i dati. Lo vedremo presto, a prezzi ancora da comunicare.
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