Roma, impiantato cuore artificiale di terza generazione

Cuore, gli italiani non se ne prendono abbastanza cura
Secondo il cardiologo Francesco Romeo gli italiani non si prendono cura del proprio cuore

Si chiama “HeartMate III” il cuore artificiale di ultima generazione impiantato per la prima volta in Italia al San Camillo-Forlanini

Il nuovo organo apre la strada a nuove possibilità di sopravvivenza per i cardiopatici, garantendo un’aspettativa di vita superiore del 92% rispetto ad ogni precedente modello. Il paziente a cui è stato impiantato presentava una grave malformazione cardiaca conseguente ad un infarto del miocardio, avvenuto lo scorso gennaio. L’operazione è stata eseguita dall’equipe guidata dal professor Francesco Musumeci, direttore della Cardiochirurgia dell’ospedale San Camillo-Forlanini.

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Più piccolo e più leggero

Il nuovo modello di cuore è più leggero, poco più di 100 grammi, e più piccolo, tanto che può essere impiantato con un intervento scarsamente invasivo, riducendo le complicanze post operatorie. A spiegare il funzionamento dell’organo, una pompa meccanica di terza generazione che ha ricevuto il via libera per l’utilizzo clinico in Europa, è lo stesso prof. Musumeci: “Si tratta di una pompa centrifuga che si muove all’interno di un campo elettromagnetico dove non ci sono punti di contatto ed è il magnete che la tiene sospesa e la fa ruotare. La pompa così non si usura e non si scalda e il trauma sul sangue si riduce al minimo”.

HeartMate III rappresenta quindi una possibilità concreta di sopravvivenza alternativa al trapianto di cuore.

“Visto che per effettuare il trapianto serve aspettare almeno due anni – aggiunge Musumeci – questa nuova pompa rappresenta la vera sopravvivenza per i pazienti malati di cuore”.
Il direttore generale del San Camillo-Forlanini Antonio D’Urso definisce il nuovo intervento una realtà d’eccellenza a livello nazionale.

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