Akamai pubblica il Security Report Q4 2015

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Attacchi DDoS: oltre la metà (54%) ha colpito aziende del settore gaming, mentre il 23% era indirizzato a aziende del settore software e tecnologia. Attacchi ad applicazioni web: al primo posto il settore retail, media & intrattenimento e hotel & turismo, al secondo e terzo. Meglio rispetto al passato, il settore dei servizi finanziari

Akamai Technologies annuncia la disponibilità del report State of the Internet – Security relativo al quarto trimestre 2015. Il rapporto contiene analisi e informazioni sulle attività malevole osservate sull’Akamai Intelligent Platform e fornisce una panoramica dettagliata sulle minacce globali nel mondo cloud.

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“La minaccia rappresentata dagli attacchi DDoS e alle applicazioni web è sempre attuale. Il numero di attacchi indirizzati ai clienti Akamai continua a crescere trimestre dopo trimestre. Nell’ultimo periodo il numero di attacchi alle applicazioni web è cresciuto del 28% e quello degli attacchi DDoS del 40% rispetto al trimestre precedente”, dice Stuart Scholly, responsabile della Security Business Unit di Akamai. “Gli attori malevoli non si stanno riposando ma anzi continuano a colpire gli stessi obiettivi più e più volte alla ricerca del momento in cui le difese sono abbassate”.

Attività degli attacchi DDoS in breve

Nel corso del trimestre in esame, gli attacchi DDoS ripetuti sono stati la norma, con una media di 24 attacchi per ognuno dei clienti presi di mira. Tre aziende sono stato colpite da oltre 100 attacchi e un cliente addirittura da 188 attacchi, più di due al giorno di media.

Nel quarto trimestre Akamai ha contrastato oltre 3.600 attacchi DDoS, più del doppio rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. La maggior parte di questi attacchi era creata da botnet a noleggio, basate su siti stresser/booter. Questi attacchi DDoS “in affitto” si basano su tecniche di riflessione per alimentare il traffico ma non sono in grado di generare attacchi massivi.  Di conseguenza Akamai ha osservato meno mega attacchi rispetto all’anno precedente. Inoltre i siti stresser/booter presentano tipicamente limiti temporali al loro uso il che ha contribuito a una diminuzione della durata media degli attacchi a meno di 15 ore.

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