Niente di utile nell’iPhone di San Bernardino

iphone 5c farook

Le autorità non hanno scoperto informazioni interessanti nel telefono violato dall’FBI e appartenuto al terrorista Syed Farook

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Se fosse un’opera sarebbe Molto rumore per nulla di William Shakespeare. La vicenda che ha visto scontrarsi, a più riprese, FBI e Apple si è conclusa qualche settimana fa, ma non si spegnerà certo in questo modo. Troppo pressanti le richieste dei federali e troppo chiusa alla collaborazione la multinazionale statunitense per pensare che tutto possa finire così, spazzato via dal primo soffio di vento. Le implicazioni che la storia porta con sé si faranno sentire ancora, soprattutto dopo l’ammissione che nel conteso iPhone 5C di Syed Farook, il terrorista di San Bernardino, non c’era poi alcunché di così interessante.

Vaso di Pandora. Ma vuoto

Stando ad un report della CBS, le autorità non hanno ottenuto informazioni utili alle indagini a seguito dell’hacking effettuato a marzo con l’aiuto di aziende partner, o forse di singoli mercenari. Durante le scorse settimane, l’FBI aveva dichiarato, per bocca del direttore James Comey, di non poter svelare il metodo con cui il cellulare è stato sbloccato altrimenti “Apple chiuderebbe la falla e ci ritroveremmo al punto di partenza”. Nonostante l’organo federale abbia fatto a meno della Mela per accedere ai dati e alle informazioni personali di Farook, Tim Cook ha proseguito la sua linea di difesa della privacy dei suoi clienti, affrontando l’FBI a viso aperto e raccogliendo numerosi attestati di stima dal mondo della tecnologia, che si è schierato in buona parte a favore della posizione mantenuta da Cupertino.

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