Ecco perché la NSA non ha potuto violare l’iPhone 5C

La vicenda di San Bernardino torna a galla grazie alle parole di Richard Ledgett, vicedirettore dell’agenzia di sicurezza

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Se guardiamo indietro alla vicenda che ha messo contro FBI e Apple, ne emerge una chiara considerazione: i federali, da soli, non possono fare granché contro la rinnovata sicurezza dei dispositivi mobili. E non solo; anche la tanto temuta National Security Agency si è sentita impotente nel rispondere ad un’eventuale richiesta di aiuto da parte dei cugini statunitensi. Solo a quel punto è entrata in gioco un terzo soggetto, una compagnia esperta di hacking che è riuscita a valicare le misure di sicurezza dell’iPhone 5C utilizzato dal terrorista di San Bernardino. A distanza di qualche settimana, Richard Ledgett, vicedirettore della NSA, ha precisato durante una conferenza sulla tecnologia militare negli USA, quali limiti il suo ente ha incontrato nell’atto di violare il telefono.

Poco interesse

Niente di così tecnico o tremendamente specifico. La NSA non ha semplicemente potuto sbloccare l’iPhone 5C di Syed Farook perché il modello non rientrava in quelli analizzati dalla polizia e per i quali esisteva già una procedura di analisi. “Non lo facciamo per ogni telefono o per ogni variante degli smartphone in commercio – ha detto Ledgett – se non ci sono cattivi ragazzi che usano un certo dispositivo, non abbiamo i mezzi per hackerarlo”. Con risorse limitate, la NSA chiaramente non riesce a focalizzarsi sul totale del panorama di smartphone e tablet in circolazione. Sviluppare exploit o soluzioni di intrusione per ogni variante di cellulare comporterebbe un costo evidente, oltre ad una certa perdita di tempo. Di conseguenza, l’ammissione del vicedirettore segue, per motivi diversi, quella espressa tempo fa da Tim Cook, quando affermava che l’iPhone 5C non era stato proprio quel campione di vendite che ci si aspettava. I trend maggiori vengono studiati dalla NSA per capire quali tipologie di telefoni vale la pena tenere d’occhio, considerando che anche i criminali, spesso, restano affascinati dalle nuove tecnologie.

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