LeakedSource offline, ora nelle mani dell’FBI

Il sito che ha contribuito a diffondere le password degli utenti di Yahoo, Ashley Madison e Last-fm è stato chiuso sotto richiesta delle forze dell’ordine statunitensi

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Se c’è un motivo per ricordare un sito come LeakedSource è perché tra le sue pagine milioni di persone hanno scoperto il loro account, violato dagli hacker durante innumerevoli scorribande online. Nelle ultime ore, il portale è irraggiungibile e, a quanto pare, non per un problema temporanea. Dietro all’impossibilità di connettersi vi sarebbe infatti l’azione dell’FBI, che avrebbe ottenuto il permesso di spegnere i server con l’obiettivo di fermare parte dei riscatti chiesti alle vittime da parte dei cracker, che usavano proprio LeakedSource come fonte di “prova” nei confronti dei malcapitati. Come è chiaro, i criminali non si fermeranno dal contattare i navigatori fornendo evidenze alternative del furto di nomi utente e password ma la chiusura di una piattaforma del genere che, ricordiamo, chiedeva la sottoscrizione di un abbonamento per accedere agli archivi, è comunque un grosso colpo al commercio di dati sensibili in rete.

Leak milionari

Tra i portali bucati, che hanno permesso a LeakedSource di ottenere una fama globale, ci sono Yahoo, Ashley Madison, FriendFinder.com e Last.fm ma anche una miriade di nomi minori, tali da portare il numero totale di account violati a oltre 3,1 miliardi. Stando a un post pubblicato su Pastebin, gli organi federali avrebbero fatto irruzione nel luogo dove erano conservati i server, confiscandoli e ponendoli sotto indagine. Al momento non c’è la possibilità che una copia degli stessi venga rimessa online ma è plausibile che qualche servizio sulla nuvola faccia da depositario per le memorie raccolte e messe a disposizione sotto pagamento. Di certo il sito non era l’unico a offrire un’opera del genere. Tra i tanti c’è Leakbase, simile negli intenti ma con un profilo più basso circa i dati conservati. Attualmente è fuori uso ma solo per “problemi tecnici passeggeri”. Almeno così dicono i fondatori.

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