Benvenuto 2017: il ransomware adesso punta gli hotel

Il primo caso in Austria, dove gli hacker hanno bloccato l’accesso alle camere degli ospiti, violando il sistema di gestione centrale delle tessere

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Nuovo anno stesse minacce, anzi peggiori. Il campo della sicurezza informatica riserva sempre interessanti sorprese, spesso in negativo. L’ultima riguarda l’albergo di lusso Romantik Seehotel Jägerwir a Turrach in Austria. Qui decine di ospiti hanno dovuto attendere ore prima di rientrare nelle loro camere a causa di un ransomware in grado di disabilitare l’accesso alle stanze tramite le tessere con chip, in dotazione a ogni cliente. Gli hacker, intrufolandosi nel sistema gestionale, sono riusciti a resettare i codici di ingresso, bloccandone la copia sulle chiavi digitali così da creare un bel po’ di disagio ai turisti immersi tra i monti delle Alpi. Il risultato? Versare un’ingente cifra in Bitcoin (non rivelata) per riottenere i permessi e generare stringhe da associare alle card.

Pericolo reale

Ma non solo: qualora i tecnici fossero riusciti a risolvere in maniera alternativa il problema, avrebbero comunque dovuto affrontare l’impossibilità di emettere fatture e registrare nuovi clienti, visto che anche il sistema di prenotazione dell’hotel era caduto nelle mani dei cybercriminali. Insomma, pagare sembrava la scelta migliore per sbrigarsi in fretta. La scoperta di una backdoor aperta dagli hacker dopo la risoluzione del problema, ha evitato al Romantik Seehotel Jägerwir ulteriori spese future, qualora gli smanettoni si fossero ripresentati, almeno virtualmente, da quelle parti. Morale della storia? L’albergo ha rinforzato le misure di protezione, destinando un computer connesso a un’altra rete a operazioni di backup. Ma la vicenda ha lasciato il segno: presto alle porte della struttura austriaca torneranno le chiavi tradizionali, in metallo pesante, come quelle usate più di 100 anni fa ai tempi dell’inaugurazione.

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