Qualcomm: il futuro del VR è nel mobile

Con il chip Snapdragon 835 si abilitano nuovi visori indipendenti che non hanno bisogno né di smartphone né di PC

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L’annuncio rischia di passare in secondo piano rispetto al resto della Game Developer Conference che si è tenuta a San Francisco, eppure si tratta di un passo fondamentale verso una migliore integrazione della realtà virtuale nella vita di tutti i giorni. Qualcomm ha infatti mostrato un prototipo di visore VR che fa a meno di smartphone e PC collegati per funzionare. I processi computazionali sono infatti gestiti direttamente dall’ultimo SoC Snapdragon 835 installato a bordo degli occhialini, così da rendere superfluo l’utilizzo di un dispositivo esterno che funga da cervello principale delle operazioni (come avviene con il Gear VR ad esempio). In questo modo, i costruttori avranno tra le mani una piattaforma hardware completa da cui partire per realizzare i loro progetti.

Come funziona

L’interesse di Qualcomm è mostrare al mondo le potenzialità dello Snapdragon 835, tanto che già cinque compagnie lanceranno entro il 2017 i loro visori dotati del processore dell’americana (più una concentrata su un prodotto di augmented reality). E non è detto che dietro l’angolo non vi sia proprio un dispositivo brandizzato Qualcomm nella sua versione consumer (quella vista negli USA è indirizzata agli sviluppatori). Del resto il sistema è pronto all’uso: ha il famoso chip, un display WQHD, 4 GB di RAM, 64 GB di memoria integrata, Wi-Fi, Bluetooth, USB Type-C, sensori vari (tra cui quello di movimento), due fotocamere, codec audio Aqstic e un trackpad sul dorso. Il punto forte è una batteria da 3.600 mAh, che garantisce circa cinque ore di utilizzo (a seconda delle applicazioni) e il software Leap Motion, che è in grado di riconoscere le mani ottenendo i dati dai sensori e dalle fotocamere poste sul visore, così da fare a meno di controller e gamepad per gestire manipolare virtualmente ciò che ci si trova dinanzi.

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Difficilmente gli occhialini di Qualcomm potranno competere con i più rinomati Oculus Rift e HTC Vive ma si tratta di gadget decisamente più potenti e versatili di quelli che oggi necessitano di smartphone integrati per mostrare contenuti immersivi a 360 gradi. Il bello è che aggeggi del genere, in grado di alzare l’asticella della produzione hardware e software VR, sono più vicini di quanto immaginiamo, pronti a sbarcare nei negozi entro i prossimi mesi.