Xiaomi arriva in Europa con Google

Si chiama Mi A1 lo smartphone della compagnia cinese che per la prima volta adotta Android in versione stock. Debutto in India ma arriverà anche in Europa

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Per anni ci siamo chiesti come mai un brand così famoso in Oriente come Xiaomi non fosse ancora approdato in Europa. Questione di feeling con la madrepatria, certamente, ma anche la volontà di andarci cauti in un mercato in fase di rimodulazione, almeno sotto le tre posizioni leader (Samsung, Apple, Huawei). Un caos analitico che rappresenta forse il momento migliore per far conoscere il marchio anche dalle nostre parti. Ecco allora la mossa: Xiaomi si appresta a sbarcare in Europa con il Mi A1, primo smartphone a debuttare con una versione stock di Android Nougat. Come sappiamo, finora i telefonini di Xiaomi hanno ospitato MIU, una distribuzione personalizzata, che fa a meno di alcuni servizi di Google non disponibili in Cina, come Gmail, YouTube, Maps.

Passo storico

Ovviamente un limite del genere non può esservi nei mercati occidentali, dove Google rappresenta la base di molta dell’esperienza degli utenti del robottino verde. Per questo MIU è stata sostituita da Android nudo e crudo, lo stesso che si trova a bordo dei dispositivi Pixel e di quelli che furono i Nexus. Ciò è reso possibile dall’ingresso di Xiaomi nel programma Android One, che permette alle aziende aderenti di costruire device potenziati da un’esperienza nativa, con l’opportunità di ricevere gli aggiornamenti periodici immediatamente dopo il rilascio, senza dover attendere i passaggi dei singoli costruttori e operatori (come accade per Samsung, LG, la stessa Huawei).

Nella pratica il Mi A1 non è altro che un Mi 5X adattato per il pubblico internazionale, tanto che conserva lo stesso hardware: processore Snapdragon 625, 4GB di RAM, 64GB di storage e una doppia fotocamera con sensori da 12 megapixel. Il primo paese a riceverlo fuori dalla Cina sarà l’India, dove Mi A1 si comprerà a poco meno di 200 euro. Entro la fine dell’anno giungerà anche in Europa ma non in Italia, almeno non in una fase iniziale. Ma non sarà un problema: se era già possibile sfruttare i rivenditori quando Xiaomi era presente solo dall’altra parte del mondo figuriamoci adesso, con una disponibilità poco oltre il confine.

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