Google risponde ai difetti del Pixel 2 XL

La compagnia ha rilasciato un aggiornamento software che dovrebbe risolvere il burn-in dello schermo e ha portato la garanzia globale a due anni

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Passarci sopra sarebbe stato impossibile, oltre che poco elegante. E così Google, dopo una serie di segnalazioni circa i problemi allo schermo dei Pixel 2 e Pixel 2 XL, è scesa in campo, con una dichiarazione esplicita e netta: “Sin dal lancio abbiamo ricevuto vari report sui difetti al display soprattutto del Pixel 2 XL, che non sarebbe così luminoso come gli altri telefoni e propenso a presentare il cosiddetto burn-in. Per questo abbiamo rilasciato un aggiornamento software e, se non dovesse bastare, un ampliamento a due anni della garanzia a livello globale”. Così Mario Queiroz, VP Product Management di Google Hardware ha scritto sul forum della compagnia, all’interno di una sezione dedicata alla community dei Pixel.

Cosa succede

Sebbene il burn-in fosse sembrato un problema risolvibile solo tramite un intervento fisico sul terminale, per sostituire probabilmente il pannello, Big G è quasi certa di poter risolvere tutto tramite un update del firmware. Possibile? Difficile dirlo ma tentar non nuoce. L’aver portato a due anni la garanzia del prodotto (di norma un anno del produttore e uno del venditore) comunque vuol dire qualcosa, in pratica un mettere le mani avanti in caso di mancata risoluzione della problematica. Stando alla compagnia, la qualità a bordo dei Pixel 2 e Pixel 2 XL non si discute, anzi qui c’è un salto generazionale maggiore rispetto ad alcuni dispositivi della concorrenza. Le indagini di Google non hanno riscontrato particolari debolezze dell’OLED, che ha dimostrato di rispondere in maniera adeguata agli standard del mercato. E allora, i casi di burn-in da cosa dipendono? Tecnicamente, e Google lo ha scritto qui, da una piccola percentuale di oggetti difettosi, che alla lunga dovrebbero rappresentare solo una piccola percentuale delle unità spedite in tutto il mondo.

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