SAS, l’era dell’analytics economy

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Nel nuovo scenario economico, gli analytics vengono portati ovunque si trovino i dati, per trarre sempre maggior valore in grado di fare la differenza sul mercato

Metti un tardo pomeriggio di fine novembre a Milano, nella sede di SAS Italia a discutere di analytics economy, in un confronto tra clienti e prospect per capire come trarre sempre maggior valore di business dalla mole di dati che costituisce la cifra caratterizzante lo scenario di oggi. Ed ecco che non mancano né spunti di riflessione né esempi virtuosi. “Digitalizzazione, innovazione e focus sui clienti sono gli elementi principali che tutte le imprese cercano oggi, anche per effetto dei cambiamenti nei modelli di business”, ha spiegato Marco Icardi, Regional Vice President di SAS e CEO di SAS Italia, sottolineando come questa trasformazione sia concentrata soprattutto sull’innovazione del servizio, più che del prodotto. È questo che determina sempre più la centralità dell’analisi e dell’interpretazione dei dati, che diventano ancora più essenziali nel momento in cui l’innovazione del servizio passa anche per la user experience, il vero fattore differenziante di oggi.

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Strategia analitica

Ecco quindi che, nel nuovo paradigma economico, gli analytics vengono portati ovunque si trovino i dati, in un modello nel quale creatività, intuito e ragionamento diventano fondamentali per costruire un’unica strategia analitica e comunicare con le macchine. Analizzare e modellare i dati e le informazioni costituisce in questo senso il fondamento dell’analytics economy: “Profilare clienti e utenti, per proporre servizi personalizzati in grado di fare la differenza è la sfida che le aziende si trovano oggi ad affrontare”, ha proseguito Icardi, ed è anche per questo che “le aree di investimento sulle quali si sta concentrando l’attenzione delle aziende più avanzate sono in primis l’analisi dei clienti e dei loro comportamenti, oltre che l’intelligenza artificiale, che è già dentro la nostra piattaforma di analytics”. Che è sempre più aperta, anche perché “nessuno di noi può avere la presunzione di fare tutto con piattaforme non aperte, ovvero con tecnologie legacy e chiuse: è un approccio privo di alcun valore, nello scenario di oggi”, ha commentato ancora Icardi.

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Il fattore umano

Ma è noto che la necessità di analizzare e interpretare i dati richiede anche la presenza di figure professionali adeguate, in numero sempre maggiore che in passato, ed è anche per questo che SAS è da tempo impegnata anche in Italia a collaborare con Università e aziende per formare i data scientist e altre professionalità in grado di interpretare i dati, come ha sottolineato Icardi, ribadendo che dal suo punto di osservazione, “l’Italia ha grandi opportunità per scaricare a terra progetti di trasformazione digitale, e questo nei prossimi mesi e non in una prospettiva lontana di anni”. Un messaggio di ottimismo che ha trovato conferma nell’interessante analisi dello stato dell’arte dell’innovazione nel nostro Paese compiuta da Stefano Mainetti, CEO dell’Incubatore d’Impresa PoliHub.

Motivi di ottimismo

Partendo dal recentissimo dato che ha indicato come le previsioni sull’incremento degli investimenti informatici siano positive, in quanto parlano di una crescita del 2 per cento dopo anni di contrazione, Mainetti ha spiegato come vi siano tendenze tecnologiche in ottima salute. Come per esempio l’Internet of Things, che cresce del 40 per cento anno su anno, per un valore totale che nel 2016 ha raggiunto i 2,8 miliardi di euro, o l’area della Mobility, che tra il 2015 e il 2016 è cresciuto del 69 per cento, con un incremento del 100 per cento anno su anno nella componente Mobile Remote Payment: seppure ancora limitata, questa parte sta contribuendo a una torta complessiva 2016 vicinissima ai 4 miliardi di euro. Anche l’ambito Big Data e Analytics rivela motivi di ottimismo, con un giro d’affari che nel 2017 supererà il miliardo di euro, per attestarsi su un valore complessivo di 1.103 milioni, in crescita del 22 per cento rispetto al 2016. E se quasi il 90 per cento di questi investimenti sono da attribuire alle grandi imprese, fa ben sperare una crescente presenza delle Piccole e Medie Imprese, che “rappresenta un importante cambio di passo”, ha fatto notare Stefano Mainetti.

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Quali tecnologie?

Le tecnologie per affrontare adeguatamente la sfida dell’analytics economy sono state al centro dell’intervento di Angelo Tenconi, Analytics & Technology Director di SAS Italia, che ha anche sottolineato il crescente interesse di molte aziende verso la componente di Intelligenza Artificiale. Soprattutto, ha spiegato Tenconi, oggi occorre portare le capacità di Analytics sempre più vicino a dove i dati vengono prodotti, per esempio all’interno dei router, come prevede un progetto congiunto con Cisco, proprio allo scopo di rendere concretamente fattibili i progetti di IoT e di Intelligenza Artificiale. Ma occorre anche che la piattaforma di riferimento sia aperta e in grado di gestire tutti i tipi di dati, per esempio con API aperte per portare il mondo SAS ad altri, in un modello in cui non è necessario avere un sistema end-to-end con SAS ma si possono utilizzare diversi componenti.