Scopriamo Finney, il primo “blockchain” smartphone della storia

La tecnologia resa famosa da Bitcoin e altre valute crittografate non si applica solo al mondo del software ma anche a quello dell’hardware come dimostra questo telefonino

Conosciamo Finney solo sulla carta, visto che il produttore Sirin Labs lo ha svelato all’inizio di quest’anno. Ora i tempi sembrano maturi per concretizzare sul serio il dispositivo, che a ragione si fregia del titolo di “primo blockchain smartphone” della storia. Ma in che senso? Grazie a una serie di tecnologie pre-installate, Finney si candida a cellulare più sicuro in circolazione, per un certo tipo di attività. Le sue operazioni principali si basano infatti su piattaforme che sfruttano la blockchain, per dar vita a scambi di informazioni decentralizzate, in blocchi e auto-gestite. Che si tratti di inviare un messaggio o scambiare denaro, le funzioni di Finney passano per le cosiddette dApp, poggiate sulla rete di Ethereum. Quest’ultima è l’azienda che ha sviluppato Status, un contenitore che ingloba sette client specifici, da un gestore di identità digitali a un wallet per criptovalute, passando per un hub artistico e un marketplace per annunci e offerte di lavoro, pagati tramite moneta non tracciabile. Insomma, un paradiso per i fautori di Bitcoin e simili.

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Come funziona

Di per sé, lo smartphone Finney esteticamente è anche carino, almeno nella parte frontale, che richiama il design full vision di molti telefoni attuali. Sul retro ha due fotocamere un po’ troppo sporgenti e in risalto, tale da donare una sensazione di device forse troppo futuristico e appariscente. Per il resto, poco si sa sulla CPU mentre la memoria di storage dovrebbe essere di 256 GB e la fotocamera posteriore da 16 megapixel. Le note più interessanti sono un tasto di sicurezza fisica, per bloccare l’accesso totale al sistema, e una prevenzione software-defined, anch’essa basata su blockchain. Insomma, Finney ha tutte le carte in regola per porsi davvero come terminale estraneo ai tentativi di violazione esterna, dal prezzo però importante: 1.000 dollari e una scommessa che partirà ufficialmente nel 2018.

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