TensorFlow aiuta l’esercito americano con l’Intelligenza Artificiale

Il linguaggio di machine learning di Google analizzerà i video con i voli dei droni del nemico, per studiare i percorsi e scovarne le basi

Una delle più grandi minacce alla sicurezza internazionale è rappresentata dai droni. Piccoli o grandi che siano, gli aeromobili senza pilota sono un concreto pericolo sia per la società occidentale che per i conflitti nel Medio Oriente. L’esercito degli Stati Uniti, da tempo, cerca di combattere il percorso dei droni prima che arrivino a destinazione, incontrando evidenti problemi logistici. Le nuove tecnologie consentono infatti a un soggetto di guidare da remoto tali macchine, rendendo difficoltoso il riconoscimento di basi e stazioni di partenza. Grazie all’Intelligenza Artificiale le cose potrebbero presto andare meglio. In particolare, il linguaggio di machine learning TensorFlow di Google, consentirà allo US Army di ottenere dati fondamentali sulle operazioni di monitoraggio e attacco dei droni, studiando i video già in possesso.

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AI per la sicurezza

Tramite l’iniziativa Project Maven, gli analisti di Big G realizzeranno una piattaforma ad-hoc per l’esercito USA, che potrà così dare senso analitico alle informazioni visuali contenute nei filmati. A quanto pare, qualche sviluppatore interno di Google non è molto contento della collaborazione tra la multinazionale e l’Army a stelle e strisce. Il motivo? Nessuno, al momento, può assicurare che l’AI basata su TensorFlow verrà utilizzata solo a scopo difensivo e non di attacco. Ma è la stessa compagnia a fugare ogni dubbio: “La tecnologia sviluppata per l’esercito è per usi non offensivi.

In ambito militare l’apprendimento automatico solleva preoccupazioni dovute ma il solo obiettivo che ci guida è riconoscere elementi di valore, tramite gli algoritmi, che possano servire per evitare danni su vasta scala a persone e strutture”. Con tutta probabilità, l’uso del machine learning in simili campi crescerà con il passare del tempo. È la naturale conseguenza della digitalizzazione delle tecniche belliche, sempre più fondate su strategie fatte di bit.

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