Marketing delle professioni: a che punto siamo?

Ancora oggi la parola “marketing” affiancata a quella di “professione” sembra stonare. Nonostante negli ultimi 10 anni siano stati fatti enormi passi in avanti relativamente alla conoscenza del marketing, troppo spesso considerato sinonimo di pubblicità o, addirittura, di vendita, la percezione di questo termine resta tuttora negativa.

Partendo dal presupposto che ogni attività lavorativa per sopravvivere e crescere abbia necessità di trovare clienti, e quindi promuoversi e vendere i propri prodotti o servizi, non bisogna banalizzare o ridurre il marketing ad un sinonimo di pubblicità.  La parola marketing è molto più vicina a strategia, a posizionamento, a target, ovvero a tutte quelle azioni e attività che chi opera in un mercato, qualunque esso sia, dovrebbe implementare e sviluppare. Analizzare dettagliatamente le parole strategia, posizionamento e target, ci aprirebbe un mondo. Proviamo a farlo in poche righe.

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Per definire una strategia devo conoscere il contesto di riferimento, devo conoscere i miei punti di forza e di debolezza e le minacce e le opportunità del mio mercato potenziale, devo definire gli obiettivi che mi pongo e valutare se sono raggiungibili, altrimenti li devo ripianificare, quindi devo conoscere bene chi sono per potermi posizionare in modo corretto nella mente del mio potenziale cliente, devo definire chi è il mio potenziale cliente e capire se quello che cerca sono in grado di offrirlo. Devo costruire una mia identità riconoscibile e coerente, devo lavorare per accrescere la reputazione, mettendomi in gioco e valorizzando la mia immagine, cercando di essere visibile e percepito nel modo giusto, ovvero nel modo coerente con il mio posizionamento e con quello che racconto di me.

Ecco qui, il marketing è tutto questo. Tornando più nello specifico al marketing delle professioni, credo sia chiaro che un professionista, qualunque esso sia (avvocato, medico, commercialista, notaio, consulente aziendale etc.), a modo suo già fa quanto abbiamo raccontato. Ecco a modo suo. Il problema è proprio questo. Ad ognuno il suo ruolo. Le storture del nostro settore partono da qui. A me non verrebbe mai in mente di redigere un atto notarile, se pur avessi delle conoscenze in merito, magari perché ho letto qualche libro di settore, oppure non farei mai una visita medica se quella branca di medicina mi appassiona e ho letto qualche articolo pubblicato sul tema. Avere una conoscenza di base del marketing è fondamentale per prendere consapevolezza soprattutto delle cose da non fare, più che di quelle da fare ed anche per poter scegliere i consulenti giusti. Ma poi per il resto c’è bisogno dei professionisti. I consulenti li devo individuare allo stesso modo con cui ricercherei il migliore oculista a cui affidarmi per curare la mia patologia oppure lo specialista gastroenterologo per risolvere i miei problemi di gastrite. A voi le riflessioni, cosa c’è che stona tra l’affiancare la parola marketing e quella professioni?

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A cura di Antonio Vitolo, Stratego Comunicazione