Gli esperti di AnandTech hanno scoperto che vari modelli della cinese integrano un software che, in automatico, fa schizzare le prestazioni per migliorare i risultati di benchmark
I test di benchmark, in ambito mobile, vengono utilizzati per confrontare gli smartphone in ogni fascia di prezzo. È in questo modo che si riesce a trarre fuori dalla giungla qualche conclusione oggettiva circa prestazioni e modalità di utilizzo, per indirizzare meglio i consumatori e semplificare le procedure di scelte in fase di acquisto. Capita però che i vari produttori tentino di spingere al massimo le performance dei loro modelli per cercare di ottenere i punteggi più alti e posizionarsi in cima alle classifiche per categoria.
Il problema è che quando a effettuare le analisi sono soggetti terzi, non possono esservi manomissioni di sorta a meno che non sia il terminale stesso a imbrogliare in determinate circostanze. Ed è quello che hanno scoperto i ragazzi di AnandTech quando, durante diversi test comparativi, si sono accorti di uno stratagemma utilizzato da Huawei per far schizzare i risultati di almeno quattro smartphone: il P20, il P20 Pro, Nova 3 e Honor Play, del brand controllato dalla big cinese.
Cosa succede
Stando alle analisi, quando uno dei telefoni individuati rileva l’esecuzione di un test di benchmark, esclude i limiti termici per sfruttare al massimo il processore. In tal caso, il dispositivo tende a scaldare parecchio e la batteria a scendere più del previsto; conseguenze secondarie per l’obiettivo che la compagnia si prefigge: tirar fuori numeri pesanti, decisamente truccati. Anandtech è riuscito a venir a capo della strategia solo perché utilizza un benchmark che, seppur basato su quelli pubblici, riesce a disattivare il cheat di Huawei, restituendo risultati veritieri.
Era parso strano che questi fossero così diversi dalle evidenze dei benchmark scaricabili online (anche dal Play Store), tanto da indurre a indagare più a fondo sulla vicenda. Un esempio su tutti è questo: la versione pubblica di 3DMark ha visualizzato performance del 47% superiori a quelle della variante personalizzata, cioè reale. Per questo UL, che gestisce i benchmark di 3DMark, ha deciso di piazzare i telefonini in fondo alla lista, anche il più recente Honor Play, pensato proprio per accontentare il pubblico dei più giovani ed esigenti videogiocatori.
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