Fiducia nel mercato del lavoro: +5% rispetto al 2017

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Il Confidence Index del 4° trimestre 2018 di PageGroup evidenzia l’aumento del 5% rispetto al 4° trimestre 2017 dell’indice che misura la fiducia nel mercato del lavoro, anche se rimane il dato più basso d’Europa

La fiducia nel mercato del lavoro aumenta rispetto allo scorso anno, ma non basta per rendere i lavoratori ottimisti.  È quanto registra il “Confidence Index” ricerca condotta da PageGroup, società leader mondiale nel recruitment con i brand Page Executive, Michael Page e Page Personnel, che indica una crescita complessiva della fiducia in tema di prospettive individuali e di mercato.

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L’indice – ottenuto attraverso la somministrazione di 658 questionari in Italia ai candidati per opportunità professionali a livello di middle e top management – è aumentato del 5%, passando da 40 punti nell’ultimo trimestre 2017 a 45 punti a fine 2018. Il dato, nonostante sia in costante crescita, risulta essere il più basso registrato in Europa. La Germania si posiziona al primo posto con un punteggio pari a 70, seguita da Svezia (69 punti) e Austria (64 punti), più vicine all’Italia invece Francia e Spagna, rispettivamente a 51 e 50 punti.

Nello specifico, il 41% dei lavoratori è ottimista circa la possibilità di trovare lavoro entro 3 mesi dall’inizio della ricerca, dato che riscontra un incremento dell’11% rispetto allo scorso anno. I lavoratori italiani si dicono anche fiduciosi circa la possibilità di poter migliorare le proprie competenze lavorative nei prossimi 12 mesi (63%) – dato aumentato dell’8% dal 2017 –, di ricevere un aumento di retribuzione (43%) e avere un miglior work-life balance (40%).

Dalla ricerca emerge una visione ottimistica sulle prospettive future dei prossimi 6 mesi, sia da un punto di vista lavorativo che economico, entrambi al 47% e in netto miglioramento rispetto alla percezione attuale di questi due parametri – rispettivamente al 37% e al 34%.

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Prospettive in chiaroscuro, invece, per gli indici che riguardano la soddisfazione lavorativa: se il 41% si ritiene soddisfatto della sicurezza del proprio lavoro solo il 35% è appagato dalle condizioni generali riscontrate e il 32% dal proprio salario. I lavoratori risultano inoltre ancora più insoddisfatti del proprio work-life balance (dato al 29%) e delle opportunità per ottenere una promozione (12%).