Calcio mercato, tifo e scommesse. Quando l’AI scende in campo

Calcio mercato, tifo e scommesse. Quando l’intelligenza artificiale scende in campo

Ecco il futuro del calcio. Umano e artificiale insieme. Dalla computer vision agli algoritmi che prevedono gli infortuni, valutano le prestazioni e suggeriscono le decisioni in campo

Si giocava il ritorno di Champions League, Juventus – Atletico Madrid. Avevo problemi con la rete Internet del cellulare e cercavo un posto per vederla. Mi ritrovo così a guardarla in un club dell’Inter pieno zeppo di tifosi bianconeri. Tuttavia, l’atmosfera risultava goliardica e accomodante, forse a causa della birra. Era gol o non gol, il secondo di Ronaldo? L’arbitro lo ha deciso subito. L’orologio al polso gli aveva notificato che il pallone aveva superato la linea e che la parata del portiere dell’Atletico Madrid era stata inutile. Gli juventini esultavano e gli interisti rimanevano in silenzio. Nessuno ha criticato nessuno. Niente era opinabile. Il gol era gol. Lo aveva detto la tecnologia. E quella non sbaglia. Nella stessa partita è stato anche richiamato il VAR, il rigore era giusto. Qualche sfottò tra i tifosi ma niente di che. Si continuava a sorridere. La tecnologia, anche in questo caso, ha accomiatato qualsiasi polemica.

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Ma nel mentre il VAR rende una decisione opinabile – basta ricordare il rigore dato alla Fiorentina contro l’Inter per un presunto fallo di mano – con un sistema di intelligenza artificiale gli errori potrebbero davvero scomparire del tutto? Non sto dicendo di rivoluzionare uno sport, il calcio, che in Italia è il più seguito di tutti e non voglio mettere in pensione tutti gli arbitri ma sono un creativo, mi sento così, e non posso non immaginare un ipotetico futuro. Nel calcio di oggi l’intelligenza artificiale è già presente? Qualche mese fa a un convegno internazionale legato a temi dell’intelligenza artificiale avevo conosciuto uno degli allenatori italiani più famosi al mondo, niente di meno che Fabio Capello. Era tornato da poco dalla Cina e mi parlava di WeChat e di come l’intelligenza artificiale avrebbe potuto studiare i comportamenti dei clienti cinesi. Ma torniamo al calcio. Ci sono alcune squadre, soprattutto all’estero, che usano i droni per tracciare il movimento dei calciatori. Ogni calciatore viene studiato singolarmente e un allenatore ha a disposizione una miriade di dati. Ma non mi risulta che il buon Fabio li abbia usati.

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COMPUTER VISION

Come funziona o come potrebbe funzionare un sistema di intelligenza artificiale nel calcio? Da diversi anni, viene usata la computer vision, ovvero, l’insieme dei processi che mirano a creare un modello approssimato del mondo reale (a tre dimensioni), partendo da immagini bidimensionali (2D). Lo scopo principale della computer vision è quello di riprodurre la vista umana. Vedere è inteso non solo come l’acquisizione di una fotografia bidimensionale di un’area, ma soprattutto come l’interpretazione del contenuto di quell’area. L’informazione è intesa in questo caso come qualcosa che implica una decisione automatica. Un sistema di computer vision è costituito dall’integrazione di componenti ottiche, elettroniche e meccaniche che permettono di acquisire, registrare ed elaborare immagini sia nello spettro della luce visibile che al di fuori di essa (infrarossi, ultraviolette, raggi X). Il risultato dell’elaborazione è il riconoscimento di determinate caratteristiche dell’immagine per varie finalità di controllo, classificazione e selezione per tracciare i calciatori, l’arbitro e il pallone. In poche parole, ognuno di questi soggetti viene selezionato come se fosse una forma geometrica, per esempio un rettangolo, e può lasciare per ogni movimento delle scie, o meglio delle traiettorie, che vengono poi tradotte in parametri. Questi parametri possono essere la velocità, i km percorsi e via dicendo.

A COSA SERVONO QUESTI DATI?

Immaginate di poter seguire un calciatore come se fosse una cellula al microscopio e registrare qualsiasi comportamento. Ogni movimento della cellula – il nostro calciatore – lascia una traccia che viene registrata da un computer. Praticamente, seguendo un approccio di questo tipo, si possono studiare tutte le caratteristiche del nostro soggetto. Spesso un certo tipo di movimento si è verificato subito dopo un gol, o dopo un passaggio da parte di un centrocampista, e così via. In poche parole, gli algoritmi andrebbero a studiare tutti i micro pattern, e con l’aiuto dell’intelligenza artificiale potrebbero prevedere la mossa successiva. Un cross? Un altro passaggio. O il gol? E sì. Perché dietro la previsione di un gol, ci sarebbero tanti soldi da guadagnare. Pensiamo all’industria pubblicitaria. Quando si fa un gol, la pubblicità dietro la porta viene vista ovunque. Su tutte le reti televisive. Sulle testate giornalistiche e via dicendo. E cosa dire riguardo il mondo delle scommesse? Adesso si può scommettere anche sul gol tra 10 o 5 minuti. E i provider che gestiscono scommesse sportive potrebbero “proteggersi” usando modelli predittivi guidati dall’intelligenza artificiale.

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L’AI PUÒ PREVENIRE GLI INFORTUNI?

Due innovativi sistemi di intelligenza artificiale sono stati sviluppati dall’Istituto di Scienze e Tecnologie Cognitive del Consiglio Nazionale delle Ricerche (ISTC-CNR) e dell’Università di Pisa e potrebbero migliorare le prestazioni sportive ed economiche delle squadre di calcio. Il primo può prevedere infortuni e il secondo può misurare le prestazioni del calciatore nel tempo. Il primo sistema, sviluppato in collaborazione con il Barcelona, ​​è un algoritmo utilizzato per prevedere le lesioni tramite dispositivi GPS installati sui giubbotti sportivi dei calciatori per una stagione intera e unisce la potenza dell’IoT a quella dell’intelligenza artificiale. Luca Pappalardo del CNR-ISTIA ha spiegato come funziona: «Abbiamo estratto i dati dai movimenti tracciati, come distanza percorsa, potenza metabolica, accelerazioni e decelerazioni e un’intelligenza artificiale – l’Injury Forecaster – ha identificato le associazioni tra queste variabili e il rischio di lesioni. Una volta addestrati gli algoritmi ad apprendere queste associazioni, lo specialista invia un avvertimento ai formatori atletici quando prevede un infortunio durante una sessione di allenamento. La precisione è molto alta, superiore al 50%, quando le tecniche esistenti raggiungono solo il 5%». Secondo il ricercatore, seguendo i suggerimenti dell’algoritmo, i club di calcio potrebbero essere in grado di dimezzare gli infortuni e il sistema potrebbe persino suggerire ai preparatori atletici come modificare o interpretare meglio il programma di allenamento dei propri calciatori in maniera più appropriata ed efficiente. Per quanto riguarda il secondo sistema, il team di ricerca italiano ha sviluppato, in collaborazione con la società italiana Wyscout, un algortmo open source PlayeRank per valutare le prestazioni dei calciatori. Il sistema cattura tutte le interazioni avvenute tra il giocatore di calcio e la palla. PlayeRank fornisce una misura della prestazione di ciascun calciatore creando così un ranking.

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PASSATO E FUTURO

Inutile descriverlo. Già mi immagino un allenatore non umano che guida una squadra di calcio. Un computer che sceglie quando sostituire un calciatore o quale preferirebbe che calciasse un rigore. Ma la verità è che ci piace il gioco del calcio perché ci emoziona e le emozioni sono sempre e solo umane. Ve lo ricordate il caro Mazzone? Lo avete visto Moneyball? Brad Pitt nel film è un allenatore di baseball e si fida di uno statistico sia per scegliere i giocatori da acquistare sia per vincere una partita. All’inizio gli va tutto male, ma poi magicamente il modello inizia a funzionare e vince. Umano e artificiale. E un insieme di sfumature. Ecco il futuro del mondo del calcio. E non solo.