Hack di Microsoft e Nintendo, ecco il colpevole

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Zammis Clark è l’ex ricercatore che ha violato i server interni sia di Redmond che della casa giapponese ma non rischia la prigione

Un ex ricercatore di sicurezza di Malwarebytes si è dichiarato colpevole di aver hackerato sia Microsoft che Nintendo. Zammis Clark sta affrontando un processo per la Crown Court di Londra dopo aver ammesso la violazione ai server delle due compagnie, che sono costati rispettivamente 2 milioni e 1,8 milioni di dollari. Il 24enne era stato arrestato a giugno del 2017 per il furto di circa 43 mila file dai network di Microsoft, vicenda che non lo ha fermato dall’andare avanti. Infatti, nel mezzo della libertà su cauzione, ha preso di mira la rete interna di Nintendo lo scorso maggio, spiando i server dove erano conservati i documenti con la lista dei giochi in sviluppo. Nella sua sgaloppata, ha sottratto 2.365 nomi utente e password; una violazione molto pesante, soprattutto nell’era del Gdpr.

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Cosa succede adesso

Nonostante la gravità dei crimini e la dichiarazione di colpevolezza, Clark non andrà in prigione, almeno così pare. Il motivo è che il giudice è stato mosso da un appello dei genitori, che hanno messo in evidenza l’autismo del figlio e la cecità, insieme ad un piano ben specifico che porti ad una sua riabilitazione. «Tutto ciò che ho sentito e detto mi porta a credere che questo sia un giovane che soffrirebbe in maniera sproporzionata se dovesse andare in prigione» ha detto il giudice Alexander Milne – «Bisognerebbe lodare i genitori per quello che faranno pur di evitare il peggio per il figlio». A Clark è stata data una condanna a 15 mesi, sospesa per 18 mesi. Ciò significa che finché non cadrà di nuovo in un crimine, non dovrà affrontare il carcere. Sulle sue spalle c’è anche un Serious Crime Prevention Order di cinque anni, che lo porterà ad altrettanti  cinque anni di sbarre se violato, ovvero se incorrerà in attività illegali considerate di livello superiore.

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In tribunale anche Thomas Hounsell, 26 anni, che gestiva il sito BuildFeed. Ha usato l’hack di Clark per spiare i server di Microsoft per più di 1.000 volte in un periodo di 17 giorni. Gli è stata data una condanna a 6 mesi di prigione, anch’essa sospesa per 18 mesi, insieme a un servizio di comunità di 100 ore. «Confido che questa sarà una lezione da cui imparerete tutti» ha concluso il giudice Milne.