Secondo le ricerche dell’entourage del boss di Amazon, ci sarebbe il regno saudita dietro la violazione agli account che conservavano foto e contenuti riservati
Il fondatore e capo di Amazon Jeff Bezos ha rivelato che il suo telefono è stato violato dall’Arabia Saudita. Il tutto all’interno della più ampia vicenda che vede il proprietario del Washington Post contrapporsi al gruppo editoriale AMI, che produce anche il sito National Enquirer. Quest’ultimo avrebbe ricattato di recente Bezos, intimando il pagamento di un riscatto per non divulgare foto dell’imprenditore in intimità con una ragazza. Bezos, settimane fa, ha pubblicato un post su Medium in cui spiegava l’accaduto, a cui ha fatto seguito con un’indagine privata.
Gavin de Becker, assunto da Jeff Bezos, ha dunque analizzato la fuoriuscita dei contenuti personali, ritenendo che la violazione arrivi da terzi assodati dall’Arabia Saudita. Cosa c’entra la potenza mediorientale? Beh, i sauditi sono molto amici di Donald Trump, che a sua volta non è ben visto da Trump e dal Washington Post, dunque una mano lava l’altra e l’operazione in combutta è compiuta.
Cosa succede
Come ha spiegato de Becker: ”I nostri investigatori ed esperti hanno concluso con grande fiducia che i sauditi hanno avuto accesso al telefono di Bezos, ottenendo le sue informazioni private. Non sappiamo se e in quale misura AMI fosse a conoscenza dei dettagli”. L’inchiesta suggerisce che il governo saudita ha messo nel mirino Bezos da quando il suo giornale ha fatto lunghe ipotesi sull’omicidio di scrittore Jamal Khashoggi, editore progressista che fonti turche affermano sia stato ucciso all’interno dell’ambasciata saudita a Istanbul.
Ovviamente dal regno rimandano indietro ogni tipo di accusa ma adesso la palla è nelle mani dell’entourage assunta da Jeff Bezos, che mettere assieme i documenti da consegnare alle alle autorità federali, che dovranno dar seguito alle indagine ed, eventualmente, giudicare l’accaduto.