Jony Ive lascia Apple per tuffarsi in un’esperienza imprenditoriale, tinta anche della Mela, con lui scompare l’idea di Steve Jobs del genio creativo
Jony Ive è stata una figura oltre che influente per Apple, una persona singolare che ha guidato il design non solo dei prodotti della casa di Cupertino ma dell’industria hi-tech-pop in generale. L’unica che poteva rivendicare lo stesso livello di fama e influenza era Steve Jobs. Via loro due, per motivi ahimè differenti, l’era del genio di Apple si conclude qua. Ive se ne andrà a lavorare per sé, con un’azienda indipendente tra i cui clienti spicca anche Apple, ovviamente. Tim Cook ha dato al Financial Times un motivo per non disperare, calmando coloro che sostengono che, senza il creativo per eccellenza, Apple è in guai: “La compagnia segue una strategia orizzontale. La ragione per cui non è mai un problema quando qualcuno se ne va è che le decisioni più importanti vengono prese da una serie di individui che formano un gruppo, a seconda della natura di come operiamo”.
Cosa succederà adesso
In Apple le decisioni arrivano da un consenso del team anziché da una sola persona. Eppure Apple è nata e si è affermata per la genialità dei singoli. E non intendo il genio come “molto intelligente”, ma come il Genio romantico, che è in contatto con il sublime in un modo incomprensibile per il resto di noi. Per quanto ne sappiamo, saranno due le figure pronte a sostituire Ive, che riporteranno al COO, non direttamente a Tim Cook.
Questo è esattamente l’opposto di come Steve Jobs aveva piazzato Jony Ive in Apple. Ecco come lo stesso compianto fondatore descriveva il ruolo del designer: “Lavora direttamente per me. Ha più potenza operativa di chiunque altro, tranne me. Non c’è nessuno che possa dirgli cosa fare o cosa buttare fuori. Ed è così che l’ho sempre voluto”. Basta confrontare questa dichiarazione con quella precedente di Cook per capire quanto sia cambiata l’azienda e quanto oggi guardi al profitto, piuttosto che al Genio.