La svolta “americana” arriva a seguito di un accordo con il governo federale, che favorisce le imprese che si affidano a fornitori hi-tech casalinghi
Apple ha confermato quasi subito le speculazioni circa la possibilità di spostare la produzione dei suoi MacPro 2019 dalla Cina agli Stati Uniti. Il modello di desktop annuale è in fase di realizzazione in Texas. La società ha annunciato che la macchina viene costruita nello stesso stabilimento di Austin dove i MacPro sono stati fabbricati dal 2013, il che presumibilmente significa che vanterà lo stesso badge “Assemblato negli Stati Uniti” presente fino a qualche anno fa.
Apple ha inoltre rivelato che alcuni componenti all’interno del MacPro 2019 sono “progettati, sviluppati e prodotti” da oltre una dozzina di aziende americane in Arizona, Maine, New Mexico, New York, Oregon, Pennsylvania, Texas e Vermont. Secondo la compagnia, la decisione supporta il lavoro di circa 450 mila professionisti negli uffici dei fornitori statunitensi. Una mossa resa possibile grazie a una garanzia del governo federale circa la tassazione su contenuti informatici basilari.
Cosa vuol dire?
Apple ha stipulato un accordo con il governo degli Stati Uniti, che le permette di essere esclusa dal pagamento di tariffe di importazione se si limitano parti hardware provenienti dalla Cina e presenti all’interno del MacPro. Se la compagnia non avesse ricevuto questa esclusione, è probabile che la produzione del Mac Pro 2019 si sarebbe spostata al di fuori degli Stati Uniti, magari del tutto su territorio cinese.
«Il MacPro è il computer di Apple più potente di sempre e siamo orgogliosi di averlo realizzato ad Austin. Ringraziamo l’amministrazione per il supporto con cui ha permesso tale opportunità – ha dichiarato Tim Cook, proseguendo – crediamo profondamente nella potenza dell’innovazione americana. Ecco perché ogni prodotto Apple è progettato negli Stati Uniti e costituito da parti provenienti da 36 stati, per un totale di circa 450 mila persone impegnate presso i fornitori; un numero in costante crescita».
