La pubblicità sui social è morta? Non si direbbe

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La società di marketing Izea ha pubblicato un report in cui spiega come i contenuti pubblicitari possano ancora dirla lunga sui social

C’è stato un tempo in cui fare pubblicità sui social network portava frutti ben più cospicui dei costi sostenuti per la diffusione dei contenuti. Successivamente, il consumatore informato ha imparato a distinguere, almeno in parte, i post genuini da quelli adv, ridimensionandoli. Eppure, la società di marketing Izea ha spiegato come foto e video sponsorizzati avranno ancora vita lunga sui social network.

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Secondo la compagnia, il tasso medio che un marchio paga per una foto su Instagram sponsorizzata è passato da 134 dollari nel 2014 a 1.642 dollari quest’anno. Il rapporto evidenzia che i tassi di influenza sono aumentati un po’ ovunque. Un aggiornamento sullo stato di Facebook costava 8 dollari cinque anni fa mentre oggi ne vale circa 395, mentre un post da 29 dollari su Twitter ora ha un valore di ben 422 dollari.

Come va la pubblicità social

Nello stesso periodo, un video di YouTube da sponsorizzare richiedeva più o meno 420 dollari mentre oggi può arrivare persino a 6.700 dollari. E, paradosso, pare che questo incremento non abbia portato un grosso beneficio economico agli youtuber, almeno nel 96,5% del totale. I risultati di marketing da parte degli influencer sono tutti da verificare. Ad ogni modo, alimentano la crescita del settore e, apparentemente, assicurano una buona conversione in acquirenti.

All’inizio del 2018, AdWeek ha pubblicato un articolo che prevede che il marketing degli influencer copre da solo una cifra di10 miliardi di dollari in investimenti e ritorni, con Forbes che invece parla di oltre 16 miliardi. Marchi e aziende di tutte le dimensioni hanno preso la palla al balzo, con quasi due terzi di queste che hanno aumentato le proprie spese a riguardo, dal 2014 al 2019.

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