Nuovi finanziamenti per la startup di Sir Tim Berners-Lee

Inrupt riceve 5 milioni di sterline in un nuovo round da Octopus Ventures per aiutare a proteggere i dati e la privacy online

La startup Inrupt di Sir Tim Berners-Lee ha ricevuto un investimento di 5 milioni di sterline da Octopus Ventures per avvicinarsi ulteriormente all’obiettivo di aiutare a proteggere i dati e la privacy delle persone online. Inrupt, fondata congiuntamente da Sir Tim e dal CEO John Bruce lo scorso anno, mira a realizzare un nuovo browser per impedire ai giganti della tecnologia, come Google e Facebook, di monitorare le attività sul web.

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Octopus è uno degli investitori tecnologici più attivi della Gran Bretagna, avendo appoggiato LoveFilm, poi venduto ad Amazon, e detentore del sito Zoopla. Secondo Bruce, Inrupt ha raccolto una somma “significativa” di denaro per lanciare il suo progetto. Berners-Lee, a cui è stata attribuita l’invenzione del World Wide Web nel 1989 con la creazione del protocollo HTTP, afferma che la rete non dovrebbe essere per nessuna società o gruppo, ma per tutti.

Cosa avremo con Inrupt

«I cambiamenti che siamo riusciti a portare hanno creato un mondo migliore e più connesso. Ma nonostante ciò, il web si è evoluto in un motore di iniquità e divisione; influenzato da potenti forze che lo usano per il proprio programmi» ha detto in un post sul blog. L’idea alla base della fondazione di Inrupt è capovolgere le regole di chi controlla i dati sul web e realizzare l’obiettivo “originale” della rete.

Sir Tim Berners-Lee afferma di aver lavorato, per la costruzione di Inrupt, su una piattaforma open source, chiamata Solid, presso il Massachusetts Institute of Technology. Questa è costruita utilizzando i protocolli web standard esistenti e propone di conservare i dati degli utenti in archivi di dati personali online o “pod”, anziché conservarli sui server di aziende come Google.

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Gli utenti possono scegliere dove archiviare i propri dati e hanno l’opportunità di controllare chi può accedere alle informazioni, app comprese. Ciò è in contrasto con la situazione attuale in cui i big player possiedono e scambiano efficacemente gli elementi dei navigatori bloccandoli in una sorta di recinto, dal quale non è così semplice (per non dire impossibile) uscire. Il fautore ritiene che i giganti della tecnologia siano diventati estremamente dominanti e che dunque debbano essere limitati per impedire la formazione di nuovi monopoli.