Presidenziali Usa, la Russia è in prima linea

La Russia vieta l’utilizzo di iPhone ai politici

Secondo un report dell’agenzia di sicurezza Area 1, la corsa alla Casa Bianca è partita da Mosca e interessa anche l’azienda Burisma

La campagna presidenziale degli Stati Uniti del 2020 è iniziata ufficialmente in Russia. Gli hacker militari del leader Vladmir Putin hanno recentemente lanciato una campagna di phishing di successo contro i dipendenti di Burisma, la compagnia ucraina di gas al centro dello scandalo che ha portato all’impeachment di Donald Trump. Secondo un rapporto del New York Times, la campagna di cyber warfare del governo russo contro l’Ucraina coincide con uno sforzo sul campo da parte delle spie del Cremlino.

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L’attacco è stato rilevato dalla società di sicurezza Area 1. In questo caso, gli hacker hanno creato siti falsi che imitavano le pagine di accesso delle filiali Burisma e hanno riempito i dipendenti con e-mail che sembravano provenire dall’interno dell’azienda. «I criminali ne hanno ingannato alcuni fino a farsi consegnare le credenziali di accesso e sono riusciti a entrare in uno dei server» spiegano dall’agenzia.

Occhio vigile da qui alle elezioni Usa

Non è chiaro esattamente quali informazioni siano state ottenute dagli hacker. Ma è ovvio che il governo russo vuole trovare tutto il possibile per sostenere l’amministrazione Trump, puntando sulle voci secondo cui il candidato alla presidenza democratica e il figlio dell’ex vicepresidente Joe Biden sono stati coinvolti in azioni illecite con il consiglio di amministrazione di Burisma.

L’avvocato personale di Trump, Rudy Guliani, ha ripetutamente affermato di avere prove del comportamento sbagliato di Bidens, ma finora l’ex sindaco di New York non ha replicato. Le attuali teorie della cospirazione che coinvolgono l’azienda e il coinvolgimento di Bidens sono state ridimensionate e dimostrate prive di fondamento. Durante la campagna del 2016, il cosiddetto “mailgate”, nel merito degli account di Hillary Clinton, aveva dato una bella botta alle mire governative della candidata democratica.

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