Covid-19, i dati raccolti da ristoranti e pub in vendita sul web

Covid-19, i dati raccolti da ristoranti e pub in vendita sul web

Una clausola nel Regno Unito permette alle agenzie di terze parti di rivendere le informazioni a scopo di lucro

Anche in Italia, dopo il via libera alla fine del lockdown, pub e ristoranti erano soliti prendere le generalità dei presenti, a scopo informativo ed eventuale richiesta da parte delle autorità sanitarie. Lo stesso è accaduto in tanti altri paesi in Europa e nel mondo, come nel Regno Unito. Qui però, anche grazie all’ausilio di un QR Code, che velocizza il trasferimento delle informazioni (lo stesso accade sui mezzi pubblici in parte dell’Oriente), la presa di coscienza di come i dati vengono conservati e tutelati non è mai stata ben chiara. Ecco allora che alcuni analisti ed esperti legali hanno spulciato per bene le policy di alcune compagnie che forniscono i suddetti QR Code, scoprendo che le informazioni dei clienti non solo possono essere memorizzate anche per 25 anni ma pure trasferite a terzi a scopo di lucro.

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Cosa è successo

Una società che offre servizi di codici QR ai locali britannici è Pub Track and Trace, con sede a Huddersfield. Fa pagare ai pub 20 sterline al mese per tenere traccia dei visitatori, ai quali viene chiesto di fornire una serie di dettagli personali quando arrivano. Ma la sua politica sulla privacy spiega che i dati delle persone possono esseri utilizzati per “dare suggerimenti e raccomandazioni su beni o servizi che potrebbero interessare” e condivisi con terze parti, inclusi “fornitori di servizi o organismi di regolamentazione che forniscono prevenzione delle frodi o controlli del credito”. La stessa compagnia può “raccogliere, utilizzare, archiviare e trasferire” registrazioni di accesso a determinati locali, inclusi “orario, numeri ID e immagini di videocamere di sicurezza”. L’Information Commissioner’s Office sta valutando 15 aziende simili. Aspettiamoci una serie di analisi simili anche nel resto del continente.

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