DDoS su Spamhaus: e se fosse stato tutto uno scherzo?

Aumentano i dubbi sul reale impatto dell’attacco DDoS ad opera di Cyberbunker. Secondo molti, solo una mossa pubblicitaria

I titoli utilizzati sono molto apocalittici. “bomba atomica del web” o “il più grande attacco DDoS della storia”. Leggendo i report delle aziende specializzate come CloudFare, che supporta i clienti per ridurre al minimo l’impatto di attacchi online, questo particolare assalto messo in opera dalla Cyberbunker contro Spamhaus ha effettivamente influenzato l’andamento del traffico internet su alcuni server.

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Niente di catastrofico

Tuttavia, come puntualizza il sito di hi-tech Gizmodo, non molte persone sembrano essersi accorti di un certo rallentamento della rete di cui i soggetti principali hanno parlato, pochi si sono lamentati di connessioni internet più lente del solito, e sembrerebbe che (a differenza di quanto affermato in precedenza) non siano andati giù nemmeno alcuni siti web come Netflix, di cui pure si fosse diffusa la notizia di alcune difficoltà sui server. Le organizzazioni che monitorano la “salute” del web hanno dimostrato come il conflitto olandese-svizzero non abbia influito per nulla sul resto di internet; non ha scosso il nucleo centrale del web, avendo come obiettivo una singola società.

Strategia di business

Gizmodo conclude il suo report affermando che, con molta probabilità, tutta la vicenda sia sono una messa in scena architettata da CloudFlare per sponsorizzare i propri servizi. Il fatto è che mentre l’internet globale, o parte di essa, può potenzialmente essere vulnerabile a un vero attacco di massa utilizzando tecniche come il DDoS in scala molto più ampia su diversi server, probabilmente questo specifico di Cyberbunker è stato un sasso nell’acqua, nulla di più.

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