E-cat, la fusione fredda funziona ma la scienza rimane scettica

arXiv, un portale scientifico open access, ha pubblicato uno studio comissionato dall’inventore di E-cat Andrea Rossi per confermare la scoperta della fusione fredda. Nel mondo scientifico in molti contestano la veridicità dell’articolo

Ritorna all’onore della cronaca E-cat, un sistema il cui inventore, l’ingegniere Andrea Rossi, afferma di essere in grado di realizzare la fusione fredda. Se effettivamente si riuscisse a realizzare la fusione nucleare a temperatura e pressione simili a quelle ambientali, probabilmente l’umanità avrebbe trovato una fonte di energia pulita a costo zero.

TI PIACE QUESTO ARTICOLO?

Iscriviti alla nostra newsletter per essere sempre aggiornato.

Il portale scientifico open access arXiv, gestito dalla Cornell University, ha pubblicato uno studio redatto da un’equipe di ricercatori idipendenti che hanno avuto il permesso di Rossi di analizzare l’esperimento e confermare la scoperta. La comunità scientifica rimane ancora molto scettica. Rossi non permette a nessuno di conoscere come funziona E-cat. Si tratta di proteggere il brevetto o nasconde qualcosa?

Come funziona E-cat

A parte Rossi, nessuno conosce veramente come funziona E-cat. Si sa che il sistema non realizza propriamente la fusione fredda ma una LERN (low energy nuclear reaction) cioè reazioni nucleari a bassa energia. Con l’utilizzo di un catalizzatore segreto, il sistema fonde due atomi di nichel e idrogeno producendo rame e generando un’enorme quantità di calore. Nessuno scienziato, a parte il team di Rossi, ha mai avuto la possibilità di studiare E-cat e il fatto che il catalizzatore non sia specificato, non aiuta a certificare la scoperta di una fonte di energia pulita. Per fermare definitivamente le critiche, come si legge nell’articolo di arXiv, l’ingegniere bolognese ha dato mandato a un’equipe di ricercatori indipendenti composta da Giuseppe Levi, Evelyn Foschi, Torbjörn HartmanBo Höistad, Roland Pettersson, Lars Tegnér e Hanno Essén, di far luce sulla questione.

Leggi anche:  La Legge di Moore aiuta a risparmiare energia nei data center

Gli esperimenti

Durante due esperimenti condotti a dicembre 2012 e marzo 2013, i ricercatori indipendenti hanno avuto modo di misurare la quantità di energia generata da E-cat. Nel primo test sono stati prodotti 160 kWh di energia per un consumo di soli 35 KWh mentre nel secondo sono stati generati 62 kWh con un consumo di 33 kWh, necessari per portare le macchine a regime. Il team di ricerca ha confermato che il calore rilasciato non poteva essere dovuto a una comune reazione termochimica, quindi o si tratta di LERN o di qualcos’altro di sconosciuto.

La scienza è scettica

Nonostante i dati riportati dai ricercatori indipendenti, la comunità scientifica rimane scettica nei confronti di E-cat. Come già detto, i ricercatori diffidano dalla troppa riservatezza di Rossi nei confronti della sua creatura. Sebbene nell’articolo di arXiv si parli di una fusione fredda riuscita, gli scienziati sottolineano come la correttezza tecnica e formale dello studio non sia stata posta al vaglio di altri esperti e che non sia specificata la natura del combustibile del generatore, del catalizzatore e della quantità di rame di scarto prodotta. Inoltre, l’esperimento di Rossi è riproducibile solo nei suoi laboratori, cosa che è contraria al metodo scientifico.