Il costo del traffico dati per il mondo bancario

Secondo una ricerca indipendente realizzata a livello mondiale, la mancanza di integrazione comporta un maggiore utilizzo dei gateway e un incremento dei costi

 

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In occasione di Sibos, Sterling Commerce, azienda di IBM, ha annunciato i risultati di uno studio mondiale sul traffico dei dati nel mercato bancario. La ricerca ha reso noto che i costi prodotti dal movimento dei dati stanno salendo vertiginosamente, a causa del crescente utilizzo di gateway all’interno e all’esterno delle organizzazioni bancarie e della sempre maggiore complessità dell’infrastruttura associata a tutte quelle banche che sono connesse a comunità multiple, attraverso reti aziendali dinamiche.

All’inchiesta “No bank is an island. Vanson Bourne, October 2010” hanno partecipato 150 banche di Europa, Nord America e Asia-Pacifico con un patrimonio base medio di 7,14 miliardi, inclusi i principali attori del mercato finanziario come Sumitomo Mitsui Banking Corp, National Australia Bank e Chiba Bank per Asia-Pacifico; California Bank & Trust, CIT e National Bank of Canada per il Nord America; Société Générale, Barclays e HSH Nordbank per l’Europa.

Quasi la totalità delle banche (il 99%) mantiene i gateway di connessione ai dati a livello interno per permettere gli scambi con l’elevato numero di filiali e dipartimenti. Più di otto banche su dieci utilizzano i gateway per scambiare dati al di fuori della propria azienda con clienti corporate, infrastrutture finanziarie esterne, corporate banking non di filiale e canali bancari personali. La ricerca ha evidenziato i seguenti aspetti:

– la quantità media di gateway di dati mantenuti ai margini dell’organizzazione bancaria, incluse le connessioni SWIFTNet, è pari a 73 per ogni banca, il che significa un aumento del 13% rispetto al biennio scorso;

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– il 41% delle aziende prevede un’ulteriore crescita media pari all’8% nel numero di gateway che saranno operativi nei prossimi due anni.

Inoltre, la ricerca ha esaminato i vantaggi che si potrebbero ottenere consolidando gli attuali gateway per il traffico dei dati, portandoli all’interno di un’infrastruttura condivisa e in un ambiente gestito a livello centrale, quale strumento per controllare il crescere esponenziale dei costi legati allo scambio dei dati. Secondo lo studio:

– oltre il 70% degli intervistati crede di poter ridurre il numero di gateway utilizzati del 10%, attraverso il consolidamento dei gateway stessi;

– più di un terzo delle banche coinvolte dalla ricerca (il 34%) ha descritto il consolidamento della movimentazione dei dati esterni come un processo che potrebbe “ridurre significativamente il costo delle [proprie] attività di business”;

– oltre i tre quarti delle banche tenderà ad esternalizzare i servizi tramite gateway nell’arco di tre anni, con un numero medio di servizi in outsourcing pari a oltre otto per banca.

“In seguito alla frequente domanda di “e-connectivity” nelle aziende, le banche risentono della crescente complessità e dell’aumento del numero dei processi all’interno dei gateway che gestiscono il traffico dati e le interfacce per i pagamenti,” ha dichiarato Jim Gahagan, global industry executive, Financial Services, di Sterling Commerce. “La complessità e i costi potrebbero ridursi di molto, consolidando i movimenti attraverso gateway di dati e hub per i pagamenti intelligenti.”

Inoltre, secondo la ricerca, le banche ritengono che il 63% dei costi di gestione dei gateway sono da attribuire alla gestione del traffico dei dati interni all’organizzazione. Questo scambio tra i dati delle transazioni e le informazioni aziendali attraverso una rete di filiali e dipartimenti connessi tra loro e di processi centralizzati consiste principalmente in operazioni di customer service di routine e di reporting standardizzato, che potrebbero e dovrebbero essere completamente automatizzati.

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“Lo studio mostra come le banche abbiano una concreta opportunità per realizzare risparmi molto significativi relativamente ai costi di gestione, nel momento in cui la riduzione di questi è ancora uno degli obiettivi principali dell’intero comparto,” ha aggiunto Gahagan. “Sembra però difficile concretizzare questa considerevole riduzione, in seguito alla crescente richiesta di collegamento a nuove comunità esterne e a servizi che vanno oltre la capacità dei gruppi IT di ottimizzare tali connessioni all’interno di framework consolidati efficacemente.”