La crisi cambia il consumatore e il rapporto con gli istituti di credito

Quest’anno NCR Corporation indaga sull’evoluzione dei consumatori in Italia e nel mondo in conseguenza alla flessione economica, con l’indagine commissionata a BuzzBack Market Research.

Condotta a livello globale coinvolgendo i cittadini di 16 paesi nel mondo, la ricerca traccia l’identikit di un consumatore in evoluzione che, cercando di fronteggiare la crisi, sviluppa nuove esigenze nei confronti dei propri interlocutori in particolare degli istituti finanziari.

TI PIACE QUESTO ARTICOLO?

Iscriviti alla nostra newsletter per essere sempre aggiornato.

Se è evidente la prima conseguenza della crisi per gli italiani, ovvero l’esigenza di controllare le spese disponendo di meno risorse per affrontare le necessità quotidiane, meno scontate sono le conseguenze che rivoluzionano il concetto di banca inteso in senso tradizionale. Banche sotto esame?

Non del tutto, ma sicuramente aumentano le attese nei confronti degli istituti, ad esempio quelle legate alla disponibilità di servizi tecnologici con l’obiettivo di risparmiare tempo e avere maggior controllo e possibilità, tanto che l’87% degli italiani dichiara di preferire gli istituti finanziari che offrono la possibilità di interagire con le tecnologie self-service. Una percentuale in linea con i cittadini europei (83%), ma nettamente superiore rispetto ai nordamericani (72%).

Tra i servizi ad alta automazione maggiormente ambiti dagli italiani spiccano gli sportelli automatici abilitati al prelievo di piccole somme di denaro (37%) per operazioni più frequenti ma di minore entità; chioschi self-service o sportelli automatici che consentano il pagamento di bollette (36%); sportelli bancomat evoluti per effettuare transazioni bancarie più veloci (30%) o per evitare di stare in fila al bancomat (35%); sportelli automatici perdepositare assegni (27%) evitando di recarsi in filiale.

La tendenza a volere maggiori servizi dalla propria banca è evidente anche da un altro elemento: l’86% degli italiani intervistati, messo di fronte alla possibilità di avere aggiornamenti in tempo reale sulla prenotazione dei propri appuntamenti in banca attraverso soluzioni self-service, risponde che apprezzerebbe molto questo servizio, esigenza meno sentita da Stati Uniti e Canada (64%) e Giappone (62%).

Leggi anche:  La Banca Centrale Europea crea un team sfruttare le potenzialità dell’IA

Il rapporto diretto con la banca sembra, infatti, una questione spinosa per gli italiani, tanto che il 45% di essi evidenzia una difficoltà oggettiva nel trovare la persona giusta con cui parlare quando sono in banca e ancora di più (57%) uno specialista preparato a cui chiedere una consulenza, contro una media europea che si attesta al 42%.

“La crisi economica ha messo il consumatore di fronte alla necessità di fare scelte consapevoli e convenienti” ha spiegato Flavio Ballarini, Amministratore Delegato di NCR Italia.

“Le banche si adegueranno a questa nuova tendenza e competitività di mercato sviluppando  strategie indirizzate verso una maggiore offerta di servizi e tecnologie che andranno incontro ai consumatori, alla cronica mancanza di tempo da spendere, e alla necessità di ridurre le spese.

In questo senso si può spiegare non solo il netto aumento di transazioni al bancomat, da 771 milioni l’anno nel 2007 (nel 2004 il volume delle transazioni si attestava a 649 milioni) a 802 milioni nel 2008, con una tendenza verso l’aumento, ma anche l’utilizzo dell’ATM per operazioni non finalizzate al prelievo di contanti (44% sul totale delle transazioni bancomat) come controllo del proprio conto corrente, ma anche ricariche telefoniche, e acquisto di biglietti” ha concluso Ballarini.

In discussione il rapporto stesso con la banca, infatti dalla ricerca emerge un altro mito sfatato, quello del tradizionale correntista attaccato alla propria banca e restio ai cambiamenti: il 29% degli italiani dichiara l’intenzione di voler cambiare il proprio istituto di credito per ottenere maggiori tassi di interesse sui propri risparmi, contro il 13% dei nordamericani e il 19% dei vicini francesi.

Leggi anche:  Embedded Finance paradigma di riferimento per le imprese europee

Il 18% degli italiani vorrebbe cambiare banca per ottenere tassi di interesse minori su prestiti e scoperto contro il 12% dei nordamericani e il 13% dei tedeschi; infine il 21% degli abitanti del Bel Paese vorrebbe rifinanziare il proprio mutuo o finanziamento con un altro operatore per ottenere una rata mensile più bassa, esigenza sentita meno da francesi e tedeschi (14 e 15%) e nel Nord America (10%).

Anche le carte di credito – intese come mezzo per procrastinare l’addebito su conto corrente – vengono messe sotto la lente: se prima della crisi il consumatore si è affidato a banche e altri istituti senza un esame attento di condizioni e tassi di interesse, le difficoltà economiche hanno spinto a un controllo maggiore che ha evidenziato la necessità di cercare carte di credito con condizioni migliori nel 36% dei casi,dato in linea con la media del Nord America (31%), ma di gran lunga superiore rispetto agli altri paesi europei come Germania e Francia al 20%.

La ricerca NCR di BuzzBack Market Research è stata condotta su un campione di 16 paesi divisi in sei regioni. Il campione rappresentativo europeo preso in considerazione comprende cittadini di Francia, Germania, Italia, Inghilterra, Russia e Spagna.