Shadow Economy: come arginarla

Secondo un recente studio a cura di Visa Europe e A.T. Kearney su 5 paesi europei, i sistemi di pagamento elettronico potrebbero ridurre il fenomeno dell’economia sommersa del 10%, per un totale di 100 miliardi di Euro

Sono stati presentati a Milano i risultati di una ricerca condotta da Visa Europe e A.T. Kearney sull’economia sommersa di 5 paesi europei (Italia, Germania, Spagna, Polonia e Turchia) e sulle possibili soluzioni per combatterla. Lo studio si è avvalso anche della collaborazione del Prof. Friederich Schneider dell’Università di Linz, uno dei massimi esperti accademici europei, per l’analisi scientifica dei dati macro-economici del fenomeno. In particolare, la ricerca ha esaminato, per la prima volta in assoluto, il rapporto con i sistemi di pagamento elettronici e sui vantaggi di questi strumenti per arginarla.

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Sebbene sia molto difficile stabilire l’esatto ammontare dell’economia sommersa, in Europa si ritiene che possa aggirarsi attorno ai 2 mila miliardi di Euro rapportato al PIL dei 27 Paesi EU, con una stima che varia dal 10% del PIL britannico al 40% di alcuni Paesi della Comunità Europea. Una cifra altissima che tuttavia potrebbe essere ridotta significativamente se in tutti i paesi europei venisse implementato o incrementato l’uso dei sistemi di pagamento elettronico. I due terzi di questa cifra sono da addebitare al lavoro nero mentre un terzo è rappresentato dal non dichiarato.

Lo studio ha esplorato proprio l’ambito del non dichiarato, tipicamente connesso a transazioni che sono fortemente legate all’uso del contante. La presenza del sommerso comporta l’evasione fiscale, sottrae risorse al bilancio pubblico e distorce la concorrenza e, sebbene gli organismi regolatori in tutta Europa siano impegnati a contrastare l’economia sommersa, lo studio rileva che la maggior parte degli sforzi sono indirizzati verso il contrasto al lavoro nero. “Una maggiore penetrazione dei sistemi di pagamento elettronici aiuterebbe ad arginare il sommerso: la ricerca, infatti, mette in luce che l’introduzione e diffusione in Europa dei sistemi di pagamento elettronico in almeno 3 settori – trasporti pubblici, negozi al dettaglio, bar e ristoranti – potrebbe portare alla riduzione di almeno il 10% dell’economia sommersa,  per un valore che si stima intorno ai 180/200 miliardi di Euro in tutta Europa” ha affermato Ettore Pastore, Partner di        A.T. Kearney.

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E’ questo uno dei motivi per cui Visa Europe è impegnata con campagne di informazione a favore di quella che viene chiamata lotta al contante. L’utilizzo delle carte di pagamento non ha infatti solamente un risvolto positivo per il singolo consumatore per la comodità, sicurezza e convenienza dello strumento carta, ma ancor più in un’ottica sociale. In Italia, questo è a maggior ragione vero, se si considera che il fenomeno dell’economia sommersa si stima essere il 24% del PIL (per un valore del sommerso stimato in circa 350 miliardi di euro) contro il 16% della media europea.

“Per sua stessa natura, il contante è uno dei principali elementi per lo sviluppo dell’economia sommersa – ha dichiarato Davide Steffanini, Direttore Generale di Visa Europe in Italia  perché è semplice da usare e difficile da rintracciare. Lo studio infatti evidenzia che quanto più sono diffusi i pagamenti elettronici all’interno di un paese, minore è la dimensione dell’economia sommersa. La pluriennale esperienza di Visa in Europa ci fa affermare con certezza che se l’uso del contante fosse ridotto al livello dei paesi che ne fanno l’uso più limitato, si realizzerebbe un risparmio di alcuni miliardi di euro, con un beneficio per il sistema paese e per l’economia europea in generale”.

Un’approfondita analisi evidenzia inoltre che le aree principali su cui lavorare per favorire la riduzione dell’uso del contante a favore dei sistemi di pagamento elettronico sono i pagamenti da persona a persona, i cosiddetti low value payments, ossia le transazioni di piccolo importo, la diffusione delle tecnologie che permettono l’accettazione delle carte di pagamento e l’inclusione bancaria.

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“La sfida – ha proseguito Steffanini – è certamente impegnativa per le autorità pubbliche, ma anche per le banche e per chi, come Visa Europe, gestisce i sistemi di pagamento elettronico. Per quanto ci riguarda, stiamo implementando soluzioni sempre più user friendly e sicure, come ad esempio la carta V PAY combinata con la tecnologia contactless, che permettano ai consumatori di scegliere di utilizzare le carte di pagamento per le spese di tutti i giorni, e ci stiamo impegnando affinché esistano le condizioni perché  le carte siano favorevolmente accettate in tutti i settori commerciali ”.

“Ai governi vorremmo suggerire di prendere misure per incentivare quanto più possibile l’utilizzo  dei sistemi di pagamento elettronico, ad esempio attraverso una maggior diffusione di terminali per i pagamenti anche presso la pubblica amministrazione, al fine di ottenere importanti benefici, non solo per le casse dello stato, ma anche in termini di riduzione di complessità e burocrazia. In Italia poi le possibilità di recupero sono ancor più rilevanti perché nel nostro Paese, l’utilizzo della moneta elettronica e delle carte in particolare è inferiore a molti altri paesi europei” ha concluso Ettore Pastore.