E nell’orecchio, una pulce “smart”

Con le sue tecnologie per la comunicazione audio, Plantronics punta a modalità lavorative più flessibili e produttive

La dimensione acustica può essere un fattore determinante nell’equazione che misura il successo dell’azienda e la produttività dei suoi collaboratori? A esserne fermamente convinto è Philip Vanhoutte, senior vice presidente e managing director per l’Europa e l’Africa di Plantronics, leader mondiale sul mercato degli auricolari. Vanhoutte, fiammingo della classe 1956 con una lunga esperienza nel settore dello sviluppo e della consulenza informatica, è entrato nell’azienda californiana da una decina d’anni e il suo obiettivo è rendere il suo lavoro e quello degli altri più intelligente. Anche grazie alla possibilità di avere sempre un suono ad alta qualità – Plantronics parla di High Definition Audio – e la massima libertà di movimento nel corso delle comunicazioni audio nel contesto di una comunicazione sempre più virtualizzata e pervasiva.

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Dalla bachelite a Bluetooth

Se uno dei suoi ultimi prodotti professionali, l’auricolare Bluetooth Voyager Legend CS è una pulce di plastica morbida di pochi millimetri inserita nell’orecchio, Plantronics è un pioniere della tecnologia indossabile da più di mezzo secolo. «I fondatori – spiega Vanhoutte – erano due piloti di aereo con un obiettivo allora molto ambizioso: ridurre il peso delle cuffie in bachelite». Un accessorio fondamentale nei rumorosi cockpit degli aerei (il nome dell’azienda fa esplicito riferimento ai “planes”) era la cuffia microfonata che consentiva al pilota di poter comunicare via radio lasciando le mani completamente libere. Oggi il concetto di libertà, sottolinea Vanhoutte, si è alquanto allargato.

«Dopo che le prime cuffie sviluppate da Plantronics sono riuscite a finire sulla luna in testa a Neil Armstrong, la nostra lunga traiettoria ci ha permesso di attraversare diverse ondate tecnologiche. Dopo l’industria aerospaziale, siamo cresciuti nei contact center. Poi è arrivata la fase della telefonia cellulare, con la richiesta di auricolari che consentissero di filtrare i rumori esterni e avere più flessibilità. Poi ancora gli anni dei videogame per computer. E infine, proprio dieci anni fa, sono arrivati Skype e la telefonia via Ip. Oggi, le nostre ricerche nel campo della wearable technology sono orientate a rendere sempre più concreti i concetti della unified communication, una disciplina ancora molto lontana da elevate percentuali di penetrazione, specie in nazioni come l’Italia».

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Sotto il personale impulso del suo direttore generale europeo, Plantronics si è fatta promotrice di un concetto, lo smarter working, ispirato alle moderne teorie di management applicate alla gestione del telelavoro e degli spazi lavorativi, la cosiddetta “work topology”.

Il lavoro smart sa ascoltare

I cultori di questa nuova filosofia manageriale identificano, secondo Vanhoutte, sette diversi momenti lavorativi, dalla nascita di una nuova idea fino alle fasi esecutive e per ogni momento le persone identificano dei luoghi e delle condizioni ambientali che rendono il lavoro più produttivo. «Uno dei primi suggerimenti alle aziende è quindi quello di studiare meglio il “portafoglio” delle attività lavorative e adattare a quest’ultimo sia lo spazio di lavoro, sia la gestione del lavoro stesso, la libertà di scelta da dare al singolo dipendente che può trovare determinate situazioni più vantaggiose». La seconda area di intervento, per Plantronics, è l’acoustic zoning, la geografia acustica del lavoro: una riflessione profonda che riguarda tutte le tecnologie e gli accorgimenti architettonici e decorativi (dislocazione di sedie e scrivanie, pannelli, tendaggi, materiali, persino mobili “acoustic friendly”) che permettono di arrivare a spazi lavorativi «progettati non solo con l’occhio, ma anche con l’orecchio».

In molti dei suoi uffici europei, a partire da quello di Swindon in Gran Bretagna, Plantronics sta applicando i principi dello smarter working. Principi che da un anno a questa parte hanno ispirato anche una collaborazione con il Politecnico di Milano per lo studio di come la work topology e una acustica più intelligente possono incidere sulla qualità del lavoro e i costi di produzione. Secondo le ricerche avviate dal nuovo Osservatorio Smart Working del Politecnico, una corretta organizzazione degli spazi e della modalità di comunicazione sonora possono portare a risparmi molto significativi in termini di affitti e a drastiche riduzioni del tasso di assenteismo. Le ricerche Plantronics proseguiranno in direzione di una varietà di soluzioni per il mondo office, contact center (e parallelamente per il gaming) che attraverso l’uso di tecnologie smart (come i comandi vocali che permettono di gestire tutte le funzioni dell’auricolare Voyager Legend) e sensori, rafforzino la qualità dell’audio nelle conversazioni telefoniche e in videoconferenza, rendendo sempre più semplice e intuitiva la mobilità e l’uso di molteplici dispositivi tipici della unified communication.

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