Ecodom: un’applicazione iPhone per aiutare l’ambiente

Ecodom, il Consorzio Italiano di Recupero e Riciclaggio degli Elettrodomestici lancia un’applicazione per iPhone all’interno di RAEEporter 2.0, l’iniziativa promossa dal Consorzio e Legambiente per fotografare e segnalare i RAEE (Rifiuti Elettrici ed Elettronici) abbandonati in modo improprio.

L’applicazione permette ai cittadini di inviare in tempo reale direttamente al sito www.raeeporter.it lo scatto realizzato.

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Ecodom segnalerà tempestivamente le immagini ricevute all’Ente competente (il Comune o la Società di igiene urbana che effettua la raccolta dei rifiuti), affinché provveda al recupero del RAEE e al suo trasporto al Centro di Raccolta più vicino, da dove sarà poi trasferito presso un impianto specializzato per il trattamento.

Anche la tecnologia consente così di contribuire alla salvaguardia dell’ambiente. RAEEporter, l’iniziativa lanciata nell’ottobre 2010 da Ecodom e Legambiente, ha raccolto sino ad oggi 516 segnalazioni fotografiche: un risultato importante per il numero di RAEE recuperati e per i numerosi consigli e proposte di collaborazione che le diverse Associazioni e Comitati Locali hanno suggerito al Consorzio.

Legambiente ed Ecodom, Consorzio costituito dai più importanti Produttori di Elettrodomestici (in particolare dei Raggruppamenti R1 – frigoriferi, condizionatori, scaldacqua – e R2 – lavatrici, lavastoviglie, cappe, forni) vogliono sensibilizzare la collettività attraverso questa iniziativa sull’importanza del corretto riciclo dei Rifiuti da Apparecchiature Elettriche ed Elettroniche.

Ogni RAEE, se pure in percentuali differenti, rappresenta infatti sia un “contenitore” di materiali riciclabili (ferro, rame, alluminio e plastica), sia una fonte pericolosa di inquinamento. Ad esempio, la presenza nei circuiti refrigeranti e nelle schiume isolanti dei frigoriferi e dei condizionatori di sostanze ozono-lesive e con un elevato potere clima-alterante, rende necessario e importante che tali RAEE siano trattati secondo metodi e procedure corrette per evitare l’ampliamento del cosiddetto “buco nell’ozono” e l’aggravarsi dell’effetto serra.

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