Con FamilyLeaf i panni sporchi del social network si lavano in famiglia

Due amici di infanzia hanno creato un sito che gioca tutto su privacy e rapporti di parentela e si definisce un “armadietto digitale”

Facebook è uno strumento ottimo per avere un miliardo di iscritti, ma non è detto che siano tutti amici. Due giovani, entrambi 19enni, hanno fondato un social network che sfrutta una lacuna del mercato odierno: le famiglie. FamilyLeaf è stato creato da Wesley Zhao e Ajay Mehta con il desiderio di avere uno spazio online facile da utilizzare per tutti i rapporti personali e familiari. A loro avviso Facebook non facilita il rapporto privato tra membri della stessa famiglia, permette di condividere idee, lavori, bravate e tanto altro, ma niente a che vedere con la privacy necessaria per un rapporto da estendere sul web; sarebbe proprio questo il motivo della mancata iscrizione di molti utenti: niente privacy.

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Sull’argomento se ne è discusso fin troppo e Mark Zuckerberg sta cercando di porre rimedio all’assenza di privacy con strumenti idonei a controllare ongi singolo post che pubblichiamo sul network. Ma la volontà dei due giovani imprenditori era un’altra, non adattare un sito su un’idea precisa, ma costruire da zero un portale che si basasse su uno specifico modus operandi. Una volta che si attiva una rete in FamilyLeaf si entra all’interno di una zona privata, una sorta di armadietto personale da aprire solo quando vogliamo. Gli aggiornamenti avvengono direttamente sulla home del sito o anche tramite email, il portale si collega direttamente alla mail personale da utilizzare per inviare foto, post, e tanto altro.

Attualmente è possibile condividere contenuti direttamente da Facebook, Instagram, Flickr e Picasa così da rendere più semplice e veloce la “popolazione” del sistema. Un amministratore di famiglia controlla ciascun gruppo inserendo o rimuovendo gli utenti partecipanti. I fondatori hanno rilevato che il sito è utilizzato particolarmente da coloro che hanno molte connessioni a distanza, magari genitori separati o fuori per lavoro, così da sentirsi uniti in un modo particolare e speciale. A parte l’ambiziosa idea di provare a colmare il digital divide familiare, il servizio ha un ottimo potenziale. Ad esempio introducendo le chiamate voce e video, ci sarebbe modo di fare delle belle riunioni di famiglia tra componenti sparsi per il mondo. Il sito è partito solo in inglese ma è già arrivata la versione italiana, francese, spagnolo, greco, russo, cinese ed hindi.

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