Gli editori europei all’Ue: “Non accetti la proposta di Google di etichettare i risultati”

Il Commissario antitrust Joaquin Almunia ha ricevuto una lettera aperta in cui gli editori chiedono all’Unione Europea di non accettare la proposta di Google di etichettare i propri servizi sul suo motore di ricerca

Dal 2011 Google è accusato dall’Unione Europea di sfruttare la sua posizione dominante all’interno del mercato delle ricerche online per favorire i suoi servizi a discapito di quelli dei concorrenti. Dopo un tira e molla di due anni, Big G, che non sarà obbligato a cancellare i dati personali presenti su siti terzi, aveva proposto di etichettarli per riportare un’aura di democrazia all’interno delle ricerche. L’offerta è stata vagliata dal Commissario per l’antitrust Joaquin Almunia che l’ha ritenuta “ancora migliorabile”.

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Ora gli editori europei chiedono all’Ue di non accettare le condizioni di Google in quanto tutti i siti, compresi quelli dei concorrenti, dovrebbero essere indicizzati seguendo gli stessi standard.

Editori vs Google

Il gruppo di editori europei, capitanati da quelli tedeschi, chiede che Google usi le stesse regole per tutti e teme che l’apposizione di etichette dia ulteriore visibilità ai servizi di Big G soprattutto nel settore viaggi o nella piattaforme per la comparazione dei prezzi. La Germania è attualmente uno dei pochi Paesi che non è riuscito a raggiungere un accordo con Google. Sebbene Mountain View abbia dato la possibilità agli editori di lasciare Google News dal prossimo 1 agosto, questi, consci che la presenza sull’aggregatore di notizie genera un lauto guadagno, hanno deciso di rifiutare l’offerta e pretendono una obolo sui propri articoli indicizzati. In Francia, Belgio e Regno Unito Google ha concluso la polemica finanziando la crescita dei rispettivi settori media con appositi fondi.

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“Come abbiamo sempre spiegato, abbiamo costruito Google per gli utenti, non per i siti web”, ha risposto Google in un comunicato. Nel frattempo Big G è stata chiamata in causa anche per le licenze di Android e i Garanti della privacy del continente hanno deciso di prendere provvedimenti se non cambierà le proprie policy per il trattamento dei dati personali.