Il futuro della mobilità

Mobility Changing IT Philosophy ovvero l’enterprise mobility oltre il BYOD secondo IDC

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Dalla città eterna, dalle pietre monumentali di Palazzo Rospigliosi, dalla cima del colle Quirinale, IDC lancia alle imprese italiane la sfida dell’enterprise mobility con l’apertura del Mobility Forum che riunisce la business community italiana. Platinum sponsor dell’evento: BlackBerry, Dell, Intel e IBM. «La mobilità sta cambiano la filosofia dell’IT e la relazione classica tra CIO e business» – spiega Daniela Rao, TLC Research & Consulting director di IDC Italia. Le divisioni IT si stanno trasformando da centro di controllo a centro di competenza, spostando il focus dell’attenzione dalla gestione delle infrastrutture all’innovazione, con un approccio proattivo, il coinvolgimento diretto delle LoB e con un ruolo più attivo nella pianificazione degli investimenti».

Consumerizzazione e l’enterprise mobility abilitano nuovi modelli di organizzazione all’interno delle imprese e cambiano non solo i modelli operativi e di produzione, ma anche il modo di lavorare delle persone. L’industria privata e alcuni comparti del settore pubblico (soprattutto Sanità e Trasporti) stanno adottando dispositivi mobili intelligenti – smartphone e tablet prima di tutto – e le applicazioni e i servizi basati su tali piattaforme. «È vero che il mondo del business è in ritardo rispetto al mondo consumer e che in molti casi la maggior parte dei dipendenti possiede un dispositivo che offe un’esperienza d’uso più evoluta rispetto a quella offerta dall’azienda per cui lavora» – ammette Daniela Rao. «Ma un approccio integrato alla sicurezza e alla collaboration rappresenta la via per creare una spinta al cambiamento che le imprese si candidano a governare a proprio vantaggio».

L’enterprise mobility è diventata una delle priorità assolute nell’agenda dei CIO italiani. «L’enterprise mobility non è più un “nice to have”, ma un requisito fondamentale per la maggior parte delle aziende italiane. Superare le sfide di carattere organizzativo, di integrazione tecnologica, di sicurezza e compliance è necessario per creare una vera organizzazione mobile e poter quindi competere nei mercati del futuro».

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Le 5 sfide dei CIO italiani

Ma quali sono le più importanti sfide che i CIO devono affrontare per supportare il lavoro in mobilità e da remoto in azienda? Secondo l’indagine di IDC, al primo posto c’è l’integrazione delle piattaforme mobili con l’IT esistente, seguita a ruota dalla Sicurezza/Compliance/Policy management e dalla necessità di gestire più device multi-OS. Al quarto posto, c’è la sfida di ottimizzare i costi e la disponibilità di connettività e infine l’esigenza di prevedere gli sviluppi degli investimenti nel medio termine.

Che cosa cercano le aziende italiane?

«Mobility Management & Security, Custom apps e soluzioni in house sono al centro dell’attenzione dei CIO» – dice Daniela Rao. «Un lavoratore su due, nelle aziende italiane ha in mano quello che può essere definito un “mobile device”. Stiamo passando da un approccio “Bring your device” a “Bring everythings”. Il 53% della aziende medio-grandi italiane stanno adottando programmi BYOD formali. Le piccole sfuggono al rilevamento. Il 34% delle aziende medio-grandi hanno implementato soluzioni MEM o lo faranno entro 12-18 mesi. In Italia, le soluzioni software rappresentano il 24% della spesa delle aziende per progetti di Mobile Enterprise, mentre i servizi di mobilità enterprise rappresentano il 76% della spesa totale per il Mobile Enterprise».