Mario Monti LOLdog

La strategia di comunicazione digitale dello staff Mario Monti, nel tentativo di svecchiare il personaggio e di avvicinarlo all’elettorato, sta dando buoni frutti, o piuttosto sta lentamente decostruendo uno dei personaggi più potenti d’Italia?

Questa domanda mi rimbalza nella testa ogni qual volta i mass media tradizionali rimbalzano le incursioni di Mario Monti su Twitter.

TI PIACE QUESTO ARTICOLO?

Iscriviti alla nostra newsletter per essere sempre aggiornato.

Il Potere in Italia è struttura, si sedimenta addosso per stratificazioni geologiche. Sarà per questo che solo i vecchi in Italia sono davvero potenti.

Il Potere in Italia è cooptazione, è inclusione, è appartenenza genetica e culturale. Sarà per questo che da noi le “mappe del potere” raccontano un Paese chiuso in un eterno Rinascimento, che si trascina fuori tempo massimo con le sue Casate e Camarille.

Il Potere in Italia è segreto, è complotto, è loggia. Sarà per questo che in Italia c’è questa sostanziale acquiescenza rispetto al Segreto di Stato, che tale rimane anche dopo la morte di tutti i suoi protagonisti.

Ebbene in un Paese come questo, Mario Monti era una sorta di Leader perfetto. La più alta incarnazione del concetto di Leadership espresso dalle élite dell’Alta Amministrazione italiana. Non incarnava l’immaginario del Giullare Ribelle come Grillo, non era un Masaniello giacobino come Ingroia, né un Imprenditore Gaudente come Berlusconi e neppure un grigio Funzionario di Partito come Bersani. Incarnava il Potere.

Su Mario Monti girava ogni genere di voce, che apparteneva alla Trilaterale Bilderberg, che dietro le sue spalle c’erano le lobby di Goldman Sachs. Gli si attribuivano entrature in ogni genere di camarilla possibile e immaginabile dall’alte sfere del Vaticano alle Logge Massoniche.

Leggi anche:  Anche Facebook ha il suo Twitter, si chiama Thread

Tutto in lui era sobrietà e distacco. Trasmetteva una distanza siderale, dando la percezione di trovarsi su un piano inarrivabile per i propri competitori.

Quel che ha fatto durante il suo Governo su Pensioni e Lavoro non sarebbe stato possibile a nessuno dei nostri Leader Politici. Ammettiamolo.

Mario Monti poteva tutto, perché incarnava un potere quasi assoluto.

Perché gli Italiani, purtroppo, rispettano veramente solo Leader che esprimono siderali distanze.

E per questo non mi riesce di capacitarmi della strategia social del personaggio.

Vengono scomodati guru del digitale come Paolo Iabichino per montare su improbabili teatrini in cui si insegna al Professore come fare le emoticon (v. Monti Live Show).

Ma il punto di massima improbabilità si è raggiunto quando il Premier, dopo una a dir poco sbracata intervista alle Invasioni Barbariche di Daria Bignardi, in una folle rincorsa con Silvio Berlusconi posta su Twitter una foto mentre coccola un cane chiamato “Empy”, Empatia.

Silvio Berlusconi qualche giorno prima si era fatto fotografare mentre abbracciava la cagnetta Vittoria.

Alle Invasioni Barbariche hanno quindi fatto adottare in diretta televisiva il cane Trozzi a Mario Monti, che l’ha prontamente ribattezzato Empy.

Per chi come il sottoscritto viene dalla cultura digitale underground, vedere questa invasione di “LOLdog” in rete è alquanto sconcertante.

I LOLdog sono la versione canina dei LOLcat. Una pratica mutuata dal vecchio internet di nicchia nell’attuale mondo social era quella di utilizzare immagini di animali (c.d. advice animals) per trasmettere un feedback emotivo a un dato messaggio. Cani e gatti, specie se cuccioli e carini, sono immancabili compagni di viaggio di ogni internauta. Peraltro il LOLdog da elemento di “comunicazione emotiva”, col tempo si è banalizzato fino a diventare uno strumento per ottenere like e retweet facili.

Leggi anche:  Meta compie un altro passo verso la traduzione multimodale IA

Lo dico francamente, vedere Mario Monti cedere alla sottocultura del LOLdog, genera in me un sincero sconcerto. E’ come vedere il Professore decostruirsi sistematicamente, spogliandosi pezzo a pezzo del proprio alone mitico, in una scriteriata rincorsa a imitare i più banali cliché dei propri potenziali elettori.

A questo punto mi aspetto qualche candidato che si fa un bell’autoscatto a torso nudo allo specchio del bagno col proprio iPhone.

Riusciranno i nostri baldi comunicatori a capire che gli internauti non sono una massa di imbecilli che ha bisogno di vedere i propri Leader che scimmiottano i propri atteggiamenti più balzani, ma cittadini che vorrebbero un dialogo concreto su temi concreti?

>> Vedi tutti gli altri articoli della rubrica “Cinguettii” a cura di Giovanni Scrofani