Microsoft, il cloud è in rete

Nasce Cloud OS Network, un consorzio globale di 25 cloud service provider che offrono servizi sviluppati partendo dalla piattaforma cloud di Microsoft

Una location inconsueta, un gradevole locale di ispirazione genovese in una zona fuori dai consueti circuiti della movida milanese, per un incontro volutamente destrutturato, “unplugged” lo ha definito l’azienda, organizzato a metà dicembre per presentare le ultime novità di casa Microsoft in tema di cloud. A fare gli onori di casa, perfettamente a proprio agio anche alle prese con una tradizionale lavagna con tanto di gessetti, al posto delle classiche slide powerpoint, Fabio Santini, da circa sei mesi direttore della Divisione Server, Tools & Cloud di Microsoft Italia. A poco più di 40 anni si definisce “un veterano dell’IT”, e in effetti non si può dargli torto, visto che pare abbia scritto a 12 anni il suo primo software, che per la cronaca era in Clipper.

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Flessibilità per i CIO

Ma oggi è di cloud che si parla, e anche se secondo Santini “in Italia ognuno ha la sua interpretazione di cloud”, alcuni punti fermi sono che “il cloud deve essere facile da adottare, deve costare poco e deve essere sicuro”. Ma soprattutto può risolvere alcuni dei problemi delle aziende. “Qual è il problema di oggi dei CIO che gestiscono il data center, a parte la riduzione dei budget? È il mondo esterno all’IT: tutte le funzioni aziendali che gli chiedono nuovi servizi – prosegue Santini -. Per questo il CIO può usare il cloud di Microsoft Azure come estensione del proprio data center, ben sapendo che i tre requisiti di facilità, economicità e sicurezza sono tutti soddisfatti. Inoltre, il nostro cloud è perfettamente compliant con le disposizioni europee in tema di conservazione dei dati grazie ai nostri due data center di Amsterdam e Dublino: se dovesse verificarsi qualche problema, i dati non vanno in Oregon, ma rimangono sempre all’interno dell’Unione Europea”. Ma l’offerta cloud di Microsoft è anche conveniente, a giudicare da due esempi presentati da Santini: “per attivare otto macchine virtuali su Azure, in grado di gestire un milione di clienti, bastano 500 euro al mese, mentre 10 Terabyte di storage nel cloud Microsoft costano 1.000 euro, con la massima garanzia anche di disaster recovery, visto che i dati sono memorizzati in due data center e sono ridondati sei volte”.

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Una rete di servizi

I servizi vengono forniti anche tramite il nuovo Cloud OS Network, un consorzio globale di oltre 25 cloud service provider che utilizzano la piattaforma cloud di Microsoft: Windows Server con Hyper-V, System Center e Windows Azure Pack. In linea con la visione del sistema operativo della cloud di Microsoft, i partner del Cloud OS Network offriranno infrastruttura cloud certificata da Microsoft e soluzioni applicative progettate per rispondere alle esigenze di qualsiasi tipo di azienda. Secondo i dati resi noti da Microsoft, le organizzazioni all’interno del Cloud OS Network coprono oltre 90 mercati in tutto il mondo, raggiungono più di 3 milioni di aziende e operano oltre 2,4 milioni di server in più di 425 datacenter. Aruba è il primo provider italiano a entrare a far parte del network, che nel resto del mondo vede la presenza di nomi del calibro di Capgemini, Dimension Data, Lenovo, OVH.com e T-Systems. Infine, per quanto riguarda le basi tecnologiche, oltre alla piattaforma di cloud pubblico di Azure, Windows Server 2012 rappresenta le fondamenta del Cloud OS e offre una piattaforma server multipla sempre disponibile e scalabile, che consente di implementare applicazioni on premise, in cloud e in ambiente ibrido, oltre che permettere di accedere ai dati su qualsiasi dispositivo. Altri elementi chiave del Cloud OS di casa Microsoft sono System Center Server 2012, Sql Server e Visual Studio.