Nativi digitali: sempre connessi ma poco attenti alla sicurezza

Lo dice una ricerca dell’Università di Milano-Bicocca e del Tech and Law Center condotta su 1.000 studenti di 20 università italiane. I dati saranno presentati domani al Wired Next Fest in programma a Milano

Quasi tutti i ventenni usano i social network ma sono poco attenti alla propria sicurezza: il 40 per cento non utilizza un pin di protezione per il proprio dispositivo mobile, non effettua il log out per uscire dalle app e quasi il 20 per cento non effettua una cancellazione sicura dei dati. Ma non se ne preoccupano più di tanto.

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Ecco quanto emerge dai risultati della prima fase del progetto “Security of the Digital Natives“, realizzata dal Tech and Law Center e dalla cattedra di Informatica Giuridica dell’Università di Milano-Bicocca, che verranno anticipati e presentati domani, sabato 17 maggio, nel corso del talk La sicurezza informatica vista dai nativi digitali: i risultati di un’indagine su 20 università italiane in programma alle 18.45 presso lo Yellow Dome, ai giardini Indro Montanelli di Porta Venezia, nell’ambito del Wired NextFest, il festival dell’innovazione organizzato dal mensile Wired Italia.

La ricerca, presentata da Andrea Rossetti, docente di informatica giuridica e filosofia del diritto dell’Università di Milano-Bicocca e da Giuseppe Vaciago, docente del Tech and Law Center, ha coinvolto 1.012 studenti nativi digitali di 20 università italiane e ha studiato il livello di consapevolezza e percezione della sicurezza informatica da parte degli studenti universitari con particolare attenzione al mondo dei dispositivi mobili.

Ecco in pillole alcuni risultati:

– il 75 per cento gli studenti utilizza quotidianamente lo smartphone per andare on line, mentre l’85 per cento lo utilizza per instant messaging (da Whatsapp a Skype). Incuriosisce che solo il 25 per cento lo utilizzi per i videogiochi on line o altre app. Sembra che l’esigenza primaria sia quella di comunicare piuttosto che di giocare.

– Dall’analisi emerge un’errata percezione da parte degli studenti delle loro conoscenze e una forte mancanza di consapevolezza dei rischi legati ad alcuni comportamenti. Basti pensare che, all’inizio del questionario, l’82 per cento degli studenti ritiene le proprie conoscenze almeno discrete, mentre al termine del questionario questa percentuale scende al 66 per cento.

– Questa errata percezione è dimostrata dal fatto che più del 40 per cento non utilizza un PIN di protezione per il proprio dispositivo mobile, non effettua mai un log out appena finito di usare un’applicazione e usa lievi variazioni della stessa password per le diverse applicazioni, mentre quasi il 20 per cento non effettua una cancellazione sicura dei dati nel caso in cui venda o presti il suo smartphone. Infine più del 60 per cento degli studenti si connette alle applicazioni (anche quelle non presenti negli store ufficiali) attraverso il log in di Facebook o di Google.

– In questo contesto, la maggior parte degli studenti (61 per cento) non è preoccupato o della sicurezza dei dispositivi mobili, o lo è poco.

La mancanza di consapevolezza riguarda anche i giovani sviluppatori di applicazioni. Dalle risposte emerge una certa noncuranza delle questioni relative alla sicurezza informatica, in quanto, insieme alla privacy, sembrano essere percepite solo come un ostacolo per l’utilizzo del dispositivo mobile e non come un requisito fondamentale per tutelare l’utente.

Gli esperti di Tech and Law Center, dopo l’analisi della ricerca, hanno individuato le tecniche e gli strumenti legali per ridurre, in futuro, i problemi connessi all’errata o non accorta adozione di misure di sicurezza sui dispositivi mobili. Il progetto nel suo complesso prevede anche una fase successiva di eventi formativi e informativi in alcune università italiane.

I risultati integrali della ricerca saranno presentati martedì 20 maggio 2014 alle ore 10 presso il Politecnico di Milano, Aula De Donato e Aula Rogers, Via Ampere 2.

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