Primarie da record su Twitter: quasi 150.000 tweet, il sentiment vede Renzi e Bersani alla pari

Se si guarda la “sentiment analysis”, dalla mole di tweet analizzati, Renzi e Bersani sono quelli che ne escono meglio. Le opinioni espresse nei loro confronti raccolgono il maggior numero di messaggi positivi, Renzi raggiunge il 55%, Bersani il 54%. Questo è solo una delle evidenze emerse dall’analisi di Blogmeter circa l’impatto su Twitter del dibattito organizzato da Sky Tg24 tra i candidati alle primarie del centro sinistra. Primarie che da tempo tengono banco sul social network dei cinguettii.

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Il dibattito su Twitter

La sfida televisiva di ieri sera non è stata solo un importante momento di confronto democratico, ma anche il più grande evento cross mediale italiano. Un programma trasmesso in televisione, ma commentato diffusamente sui social network, in primis su Twitter. Un assaggio di quella che gli americani chiamano la “second screen experience” ovvero una fruizione non più solitaria, ma collettiva grazie ai social media, cui si accede attraverso dispositivi mobili, dal divano di casa. Il primo dato interessante è che l’hashtag più usato per identificare le discussioni non è stato quello ufficiale, #ilconfrontoskytg24, bensì quello lanciato da un giornalista molto seguito @nomfup ossia #csxfactor.

Nell’arco della giornata di ieri il volume totale dei tweet riguardanti il dibattito è stato pari a 147.162, il 67% dei quali contiene almeno uno dei due hashtag principali utilizzati per aggregare le discussioni. Restringendo l’analisi al periodo che va da mezz’ora prima a mezz’ora dopo la messa in onda emerge la pubblicazione di 127.426 tweet, con una media di 927 tweet al minuto e con tre picchi di oltre 1.500 tweet al minuto. I “twittatori” unici sono risultati essere 21.072 ed hanno generato un numero di impression, ossia il numero di persone, non uniche, potenzialmente raggiunte dai messaggi scritti, pari a circa 180 milioni. Un primato per una trasmissione televisiva italiana , che scalza il precedente record di oltre 100.000 tweet fatto registrare dal terzo live show di X Factor, che vedeva protagonista la popolare teen band One Direction che spopola su Twitter.

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I picchi di discussione e i messaggi virali

Il picchi principali di discussione si sono avuti in tre momenti topici: il primo delle 21.22 quando i cinque sono stati invitati a rivolgersi a Sergio Marchionne, il secondo alle 22.22 quando Bersani e Vendola citano rispettivamente Papa Giovanni e il Cardinal Martini come figure di riferimento della sinistra, il terzo alle 22.28 durante gli appelli conclusivi. I termini più citati nei messaggi di testo di 140 caratteri sono stati quelli dei candidati, nell’ordine Renzi (42.688 tweet), Bersani (30.358), Vendola (29.336), Tabacci (16.349), Puppato (14.055). Di seguito Marchionne (3.998) e il tema del “lavoro” (3.448).

I messaggi più virali durante la messa in onda grazie ai retweet ricevuti sono stati quelli ironici di Simona Siri, Luca Bizzarri e Z di Zoro. Tra i candidati i tweet inviati alla fine della trasmissione da Pierluigi Bersani “Bel confronto dai che siamo forti”, Matteo Renzi “Grazie a tutti. È bello pensare che le primarie restituiscano dignità alla politica. Io #Adesso in camper verso Firenze: domattina al lavoro “ e Nichi Vendola “Mamma quanto ho sudato, grazie a tutti”.

“E’ evidente che politici e broadcaster, anche se per fini diversi, non possono più ignorare i segnali provenienti dagli utenti attivi della rete, sia per comprenderne le opinioni che per ricevere nuovi stimoli”, afferma Vincenzo Cosenza, Social Media Strategist di Blogmeter.

L’analisi del linguaggio dei cinque sfidanti

Expert System, leader in tecnologia semantica per la gestione delle informazioni, ha analizzato con il software semantico Cogito il linguaggio usato dai cinque sfidanti per le primarie del centrosinistra.

Il primo dato che emerge dall’analisi della trascrizione fedele del dibattito riguarda la struttura delle frasi: a parità di tempo scandito dal conduttore, chi ha oggettivamente parlato di più, in termini di quantità di parole e lunghezza del testo, è Renzi. Rispetto agli altri candidati, Renzi ha infatti utilizzato un numero di termini significativamente maggiore: circa il 36% in più rispetto a Vendola, che ha usato il minor numero di parole, seguito da Bersani, Puppato e Tabacci.

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Un dato curioso emerge dalla rilevazione dell’indice di leggibilità, cioè il valore che indica quanto un testo sia comprensibile e perciò accessibile ai lettori/elettori (indice di leggibilità considerato: Gunning’s Fog). Analizzando le risposte fornite nel corso del dibattito, infatti, si nota che Bersani e Tabacci risultano “più facili da capire”, pur comunque richiedendo un livello di scolarizzazione pari almeno a quello raggiunto mediamente in terza superiore (10 anni di scolarizzazione). Per comprendere Puppato, Renzi e Vendola serve addirittura un livello di istruzione assimilabile a un diploma di scuola media superiore (12 anni di scolarizzazione).

I linguaggi a confronto

Tutti i candidati hanno usato una costruzione delle frasi abbastanza simile: dalle 3,3 proposizioni per ogni periodo di Tabacci, alle 3,9 della Puppato, passando per le 3,4 di Renzi, le 3,6 di Vendola e le 3,8 di Bersani. Puppato ha quindi sfoggiato una maggiore capacità oratoria, o forse la volontà di rivolgersi a un pubblico più elevato culturalmente.

Confrontando i concetti principali trattati dai cinque candidati emergono punti in comune, e allo stesso tempo alcune differenze sostanziali. Tutti e cinque hanno a cuore il concetto di Paese (il primo per Tabacci, Renzi e Puppato, comunque tra i primi per Bersani e Vendola), Tabacci, Bersani e Vendola parlano spesso di coalizione, Renzi e Puppato hanno dato molta importanza ai termini collegati al lavoro.

Passando alle differenze: Tabacci insiste sui temi fiscali, riferendosi a tasse, I.C.I. ed evasione, Puppato su quelli economici e del lavoro, usando termini come risparmio, reddito, posto di lavoro, ricevuta fiscale; Vendola parla soprattutto di politica, centrosinistra e in generale anche di destino; Renzi si concentra sui temi di lavoro, campagna elettorale e centrosinistra; infine, Bersani dà importanza ai concetti di governo, soldi, crisi economica e tracciabilità.

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A parte il verbo essere, al primo posto per tutti i candidati, i verbi più usati sottolineano differenze interessanti: Renzi predilige fare (ancora più di avere) richiamando una certa somiglianza con il linguaggio usato dal Presidente Obama, che rispetto allo sfidante Romney aveva dimostrato di più questo approccio concreto. Bersani privilegia dire, mentre Vendola utilizza di più i verbi pensare, Tabacci pronuncia di più avere, seguito da fare e pensare, la Puppato avere, fare e dire.

In ultima battuta è stato analizzato il sentiment trasmesso dalle parole pronunciate dai cinque sfidanti: in generale prevale un sentiment neutro (che indica una presenza equivalente di termini positivi e negativi) per Renzi, Tabacci e Puppato. Bersani usa invece spesso sostantivi come problema, crisi, disagio ecc., mentre Vendola evidenzia ulteriormente la situazione di difficile in cui versa l’Italia con una forte prevalenza di aggettivi negativi (grave, eccessivo, insopportabile).

Andrea Melegari, Vicepresidente di Expert System, commenta: “L’analisi semantica mette in luce aspetti di certo rilevanti politicamente. Purtroppo da un punto di vista strettamente linguistico, si manifesta ancora una scarsa sensibilità all’uso di un linguaggio chiaro e comprensibile per tutti gli elettori, capacità peraltro ben dimostrata da Obama e Romney durante la recente campagna elettorale americana“.