Privacy in Europa: la UE lede i diritti

Lo afferma l’avvocato generale della Corte di Giustizia Europea che rincara: “Un’ingerenza grave nel diritto fondamentale dei cittadini”

Fanno scalpore le dichiarazioni che arrivano direttamente da Bruxelles e che riguardano la privacy dei cittadini europei. Secondo Pedro Cruz Villalòn, Avvocato generale della Corte di Giustizia Europea, la direttiva UE per la conservazione dei dati rappresenta “Un’ingerenza grave nel diritto fondamentale dei cittadini a rispetto della vita privata, istituendo un obbligo per i fornitori di servizi di telecomunicazioni telefoniche o elettroniche di raccogliere e conservare i dati sul traffico e sull’ubicazione di tali comunicazioni”.

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Dove è lesa la privacy

L’avvocato si è espresso in seguito ad alcune istanze mosse dalla Digital Rights Ireland, l’associazione in difesa dei diritti digitali che si era rivolta alla Corte costituzionale austriaca per ricevere un parere rispetto a quella che è conosciuta come Data Retention Directive, ovvero la direttiva europea che permette ai fornitori di servizi di telefonia di raccolgiere e trattenere, fino ad un periodo di due anni, i dati degli utenti e relativi al loro traffico e localizzazione. Pratiche che, secondo la Corte di Giustizia Europea, sono incompatibili con il diritto continentale.

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