QUID Innovation Italy 2013: un evento per chi vuole guidare la ripresa

Si è tenuta a Milano la settima edizione di QUID Innovation Italy, ecco l’intervista a Sophie B. de la Giroday, Presidente di Wise Media

QUID ha messo in primo piano i temi della competitività del Sistema Paese. Qual è la visione che emerge da questi due giorni di incontri?

“La fotografia di questo anno è nitida ed è segnata da avvenimenti drammatici per lʼindustria italiana come il terremoto dellʼEmilia avvenuto appena 12 mesi fa, ma anche da eventi significativi quali la nascita di un nuovo governo cui sono affidate parte delle speranze di tutti per una ripresa dellʼeconomia. Ma speranze e azione non sono solo onore e compito di chi ricopre incarichi istituzionali. Lo sono anche, e soprattutto, delle imprese e di chi – con il suo impegno e i suoi successi – continua a rendere lʼItalia grande agli occhi del mondo. Per questo, a QUID 2013, abbiamo dato voce a diverse realtà ognuna delle quali ci ricorda che lʼItalia è spesso in prima linea, quando non addirittura allʼavanguardia, in moltissimi settori.

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Questa edizione di QUID Innovation Italy ha raccolto numerose testimonianze di persone che hanno contribuito a tutto ciò, allʼestero come in Italia; parlo delle nostre eccellenze che attraverso piccole e grandi imprese contribuiscono a mantenere alto il nome e soprattutto la capacità di creare valore e benessere dellʼItalia. E questo in un momento storico in cui il sistema economico mondiale registra debolezze diffuse e in cui lʼItalia soffre e fronteggia notevoli difficoltà strutturali. Nonostante tutte le avversità che conosciamo, le nostre imprese mostrano volontà e forza di ripartire. L’automobile è in crisi, i dati delle immatricolazioni lo confermano, ma l’Automotive italiano è un fiore all’occhiello della nostra industria: sia sul versante elettronica, sia sul versante meccanica e componenti, va a servire un indotto mondiale che ne sostiene il successo anche in settori come autoveicoli da trasporto, trattori e macchine per il movimento terra. Analogamente, se Arredamento e Abbigliamento sono settori che risentono di problemi ormai noti, il modo in cui si crea in Italia, lo stile sapiente e pratico tipico delle collezioni e del modo di presentarle italiano è frutto di know-how che è studiato ed emulato oltre confine. Arrivando infine ad Accoglienza e Alimentare – l’asse tutto italiano che più influenza nel mondo una scuola di produzione, distribuzione, ristorazione e ospitalità, che nell’era digitale vede e-commerce e altri modelli di erogazione e capillarizzazione dell’offerta rivoluzionare i modelli di interfaccia con il cliente, e in cui l’Italia ha ancora molta potenza da scaricare a terra.”

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Quest’anno è stata lanciata una iniziativa esclusiva rivolta ai Direttori di Sistemi Informativi. Perché questo focus sul ruolo dei CIO?

“L’eccellenza italiana va vista in una prospettiva di globalizzazione e digitalizzazione sempre più spinta. In questo contesto, che vede la sapienza del Made in Italy farsi largo nell’era digitale, il ruolo del CIO come responsabile dell’ammodernamento delle infrastrutture ICT diventa nevralgico non solo per il successo dell’impresa in un mercato domestico che stenta a riprendersi, ma soprattutto per il successo nel mercato internazionale che sempre di più apprezza non solo il prodotto italiano per quello che rappresenta, ma anche i nostri metodi di produzione ed erogazione, considerati tra i migliori al mondo. Capire e far funzionare dall’interno l’apparato di informazione e comunicazione aziendale, fare leva econtenere i rischi di un ammodernamento continuo, “spiegare” l’infrastruttura ICT d’azienda agli stakeholder è compito dei Direttori dei Sistemi Informativi, entrati ormai anche in Italia a pieno titolo nella stanza dei bottoni e coinvolti nelle scelte aziendali strategiche per il futuro dell’impresa. La forza del Made in Italy nel mondo dunque passa anche e soprattutto attraverso la serietà nella visione d’impresa, la flessibilità, nonché robustezza dei paradigmi organizzativi, lʼavanguardia nellʼapproccio al mercato che vedono spesso nelle scelte tecnologiche lʼelemento distintivo che più ci viene osservato e invidiato.”

Quali sono i messaggi chiave emersi durante l’edizione 2013 di QUID Innovation Italy?

“QUID Innovation Italy mostra come la nostra sia una strada fatta di coraggio e di impegno, che aggiunge speranza ai molti segnali positivi esistenti, ma soprattutto lavora a una ripresa che – ne siamo certi – non tarderà ad arrivare, se si coniugheranno disciplina e sviluppo per la ripartenza del nostro Paese. Per questo anche questʼanno il nostro evento è stato caratterizzato dal patrocinio delle più alte istituzioni del nostro paese e ha visto la partecipazione di delegati e sponsor internazionali, sottolineando ancora una volta che quando si parla di innovazione italiana, il mercato di riferimento oltrepassa il confine delle alpi e dei nostri mari: attraverso la forza della nostra tradizione, continueremo a migliorare il nostro Paese e ad affermare la nostra eccellenza nel mondo.”

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QUID è a sua volta un format innovativo e formula in Italia una proposta unica. Ci sono già progetti in merito all’edizione del 2014?

“QUID Innovation Italy 2013 ha chiuso le porte con la soddisfazione di registrare numeri e risultati in controtendenza, vedendo realizzato ancora più nitidamente il suo format, alla luce degli obiettivi condivisi con i suoi partecipanti. QUID è l’iniziativa fortemente voluta da una community che mette a fattor comune lo sforzo di alti rappresentanti dell’Azienda Italia e di esperti in tecnologie e innovazione. E’ un evento sull’eccellenza italiana a tutto tondo, volto a realizzare una consapevole strategia di inclusione dei decisori in un fronte comune per guidare lo sviluppo e la ripresa.

Abbiamo lanciato CIO Vision e Automotive Innovation e riproporremo queste tracce anche nel 2014. L’anno prossimo di novità dedicate a filiere specifiche del Made in Italy ce ne saranno altre, mentre si consolida il successo di iniziative già divenute un classico nel nostro programma. Tutto questo declinando la catena del valore dell’innovazione per come è interpretata e realizzata in Italia. Non basta immaginare prodotti innovativi, contare su materiali innovativi, poter contare su aziende dal DNA innovativo o incanalarsi in binari normativi volti a esaltare il potenziale innovativo di individui e aziende. L’innovazione nasce da attimi di alchimia perfetta, che vanno tramutati in percorsi robusti e sostenibili nel lungo termine.

Nell’era digitale tutto questo sottintende la possibilità di far leva su tecnologie e infrastrutture perché un equilibrio possa essere garantito attraverso le filiere nel loro insieme e a ogni livello anche infinitesimale.”