Numonix, la nuova fase del ricordo

Numonix,
la nuova fase del ricordo

La difficoltà
di reggere il confronto con le grandi realtà industriali spinge STMicroelectronics
e Intel a conferire in Numonyx tutte le loro soluzioni di memoria digitale.
E la linea più importante è quella di Agrate, dove un italiano
guida le ricerche su un nuovo, rivoluzionario materiale

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In una nazione
notoriamente dalla memoria un po’ corta, opera una azienda che in memoria
è addirittura specializzata. Non solo. Pur trattandosi di una azienda
che si rivolge con i suoi prodotti non volatili e Ram a un esteso mercato internazionale
di dispositivi mobili (in particolare i telefonini) ed embedded, questa azienda
ha un responsabile della ricerca italiano e in buona parte italiane sono le
installazioni e le competenze industriali. Con due marchi molto blasonati nel
suo Dna, inaugurata alla fine di marzo del 2008, dopo non meno di cinque anni
di fruttuosa collaborazione tra i due principali fondatori, Numonyx vorrebbe
essere ricordata come quel brand indipendente e autonomo che si è subito
sforzata di diventare.

Del resto è
questa la filosofia che ha ispirato STMicroelectronics e Intel, due parent company
più che affermate, che dopo essersi suddivise in parti più o meno
eguali le due principali quote di controllo del pacchetto azionario Numonyx,
hanno fortemente voluto la partecipazione e la fattiva collaborazione di un
fondo di venture capital, Francisco Partners. «Lo scopo – racconta a Vision
il responsabile dell’R&D di Numonyx, Giulio Casagrande, in ST dal
1977 (da quando si chiamava Sgs) – era di dare un tono di indipendenza e freschezza».
Pur potendo contare su tutta la legacy tecnologica e culturale di Intel e ST
nel settore delle memorie flash, i responsabili Numonyx tengono a sottolineare
l’approccio innovativo a un insieme di prodotti e a un mercato in cui
la massa critica conta in modo particolare.
L’idea di dar vita a una realtà nuova viene proprio da una constatazione
che può apparire paradossale quando si considerano le dimensioni e la
notorietà delle due aziende fondatrici. Intel e ST possono davvero soffrire
di una carenza di massa critica? E la risposta è affermativa: in un segmento
come quello delle memorie, componenti sempre più ubiqui dell’elettronica
digitale, i margini si riducono sempre di più e gli investimenti in grado
di assicurare il passaggio alle nuove generazioni di prodotto sono sempre più
onerosi. Senza i volumi giusti diventa molto difficile imporsi. Soprattutto
quando si ha qualcosa di rivoluzionario da dire sul piano dell’innovazione.
Grazie all’esperienza pionieristica accumulata da ST nel campo delle memorie
a cambiamento di fase, oggi Numonyx si trova in una invidiabile posizione strategica
per vivere l’imminente rivoluzione delle memorie non volatili da protagonista
assoluta.
«ST ha conferito in Numonyx tutte le sue competenze in materia di prodotti
flash di tipo Nor e Nand», spiega Casagrande riferendosi ai due “gusti”
principali di memoria non volatile oggi dominanti sul mercato. «Intel
ha fatto lo stesso, con le sue linee Nor. Nasce così una azienda da circa
3 miliardi di dollari, che nel complesso conta circa 1.700 dipendenti».
Nel mercato dei componenti di memoria non volatili per cellulari e altri prodotti
Nor (un valore di circa 8 miliardi di dollari), Numonyx riesce così a
raggiungere una posizione dominante. Nel totale del mercato delle memorie non
volatili (22 miliardi di dollari), il nuovo brand è al terzo posto in
classifica.

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la lettura dell’articolo a cura di Andrea Lawendel