Risparmi sulle nuvole


L’Italia trarrà vantaggio economico dal Cloud computing. E non poco, stando alle valutazioni elaborate dal Centre for Economics and Business Research (Cebr) di Londra che, per il 2015, lo stima in ben 35,1 miliardi di euro. La ricerca analizza nel dettaglio i vantaggi di cui fruiranno i singoli Paesi europei dall’utilizzo dei differenti modelli di Cloud (privato, pubblico e ibrido) dal punto di vista del risparmio, della creazione di business, della competitività e della crescita economica.

Secondo lo studio realizzato dal Cebr (promosso da EMC), al totale di 35,1 miliardi contribuiranno per 14,3 miliardi lo sviluppo e la creazione di opportunità di business per le aziende italiane, per 8,7 miliardi il risparmio sui costi e per 12,1 miliardi il valore di beni e servizi indiretti originati. Inoltre nei cinque anni 2010-2015 si dovrebbero anche creare quasi 400mila posti di lavoro nella sola Italia (oltre 2 milioni in Europa).

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Secondo il Cebr, la generazione di nuove opportunità di business, come risultato diretto dell’adozione del Cloud computing, avrà un impatto significativo in diversi settori man mano che la concorrenza aumenta e, di conseguenza, sugli indicatori macroeconomici. Non solo, lo stesso centro di ricerca sostiene che il Cloud computing rappresenterà un importante driver per la crescita complessiva, la competitività e la generazione di nuovo business per l’intera eurozona, con un ruolo non secondario nella ripresa economica di quest’area, potendo contrastare le minacce delle economie emergenti caratterizzate da elevati livelli di competitività.

Dunque questo studio conferma e rafforza le affermazioni dei vendor che da tempo insistono sulla convenienza e la “necessità” per le imprese di affidarsi alla nuvola. Insistenza certo non disinteressata, ma ora supportata anche da uno studio indipendente che, potremmo dire, ne certifica le argomentazioni a sostegno del Cloud. Naturalmente affinché si verifichi lo scenario prospettato bisogna che il Cloud computing venga adottato, in qualsiasi delle sue forme. In questo senso ci confortano altre due ricerche, una di KS&R, realizzata per conto di IBM, e una di Cisco.

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La prima, dal titolo “Inside the Midmarket: A 2011 Perspective”, giunge alla conclusione che, nel 2011, più della metà delle imprese di medie dimensioni interpellate ha in programma un aumento del proprio budget IT con investimenti in aree chiave per il business quali la collaborazione, la Business Analytics, la mobilità, il Cloud computing e sistemi di gestione delle relazioni con i clienti. In particolare due terzi delle imprese stanno pianificando o realizzando progetti di Cloud computing nell’ambito della propria infrastruttura. Più in dettaglio, lo studio rileva che il 70% delle aziende intervistate sta pianificando di adottare o sta già installando una soluzione di Business Analytics e il 20% la utilizza già. Mentre il 66% ha avviato o sta avviando progetti di Cloud computing. Tra i principali vantaggi del Cloud, gli intervistati citano ottimizzazione dei costi e della ridondanza, con un parallelo aumento di uptime e scalabilità. Il 76% utilizza o prevede di utilizzare un approccio di Cloud privato.

La survey realizzata da Cisco, infine, asserisce che in Italia, stando alle risposte dei professionisti IT intervistati, il 17% delle imprese utilizza il Cloud computing e il 34% prevede di utilizzarlo.

Tutto ciò ci conforta, visto lo spazio che nel 2010 Data Manager ha dedicato a questa tematica e considerando che continuerà a trattarla in modo approfondito anche nel corso di quest’anno.