Expo 2015, la parabola dei talenti

Per Marco Patuano di Telecom Italia, reti, piattaforme e regole non bastano per cambiare la vita delle persone attraverso la tecnologia

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Un progetto pensato da Telecom Italia ed Expo 2015 per dare continuità a un evento – la grande esposizione universale – che non vuole correre il rischio di restare solo una vetrina luminosa. L’iniziativa “Changemakers” è stata presentata nel corso della manifestazione milanese Expovisions, con tanto di keynote-spettacolo del celebre tecno-illusionista Marco Tempest. Partita il primo di ottobre, con un sito web che fungerà da hub di scambio e discussione di nuove idee, “Changemakers” è tutt’altro che un’illusione: l’obiettivo è anzi quello di individuare e sostenere lo sviluppo di dieci progetti in grado di migliorare la vita di almeno dieci milioni di persone attraverso l’utilizzo delle nuove tecnologie digitali. Sul palco, l’amministratore delegato di Telecom Italia, Marco Patuano ha esordito affermando che il suo Gruppo è stato tra i primi ad aderire alle proposte di Expo, perché convinto che il concetto di smart city sia perfettamente in linea con le ambizioni di un service provider di natura infrastrutturale. «La città “smart” – ha detto Patuano – è una città capace di sfruttare le proprie risorse, una comunità più produttiva e al tempo stesso sostenibile. Ma per prima cosa siamo cittadini e il passaggio fondamentale è la qualità della nostra vita. Smart significa quindi portare benefici concreti, cambiare in meglio la vita delle persone».

NO VISION, NO FUTURE

«Un traguardo – ha proseguito Patuano – raggiungibile attraverso un percorso di infrastrutture fisse e mobili sempre più intelligenti, cloud computing e piattaforme software che consentano di erogare servizi in modo semplice. Reti e piattaforme rappresentano quel substrato infrastrutturale, che Telecom intende rendere sempre più aperto e interoperabile attraverso vere e proprie API di servizio». Tutto questo, ha poi proseguito l’Ad di Telecom Italia, «potrebbe essere destinato a restare un esercizio inutile, se non si puntasse a costruire un ecosistema fatto di nuove regole pensate, perlomeno a livello europeo, per il mondo digitale». Regole fondamentali, non intrusive ma ferme, che rendano possibile concepire, sviluppare ed erogare servizi di ampio respiro, come quelli che cominciamo a immaginare nel nuovo contesto dei Big Data.

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Reti, cloud, piattaforme e regole, però, non sono gli unici ingredienti. «Il fattore umano rimane la chiave di volta di un cambiamento rivolto agli individui e “Changemakers” – ricorda infine Patuano – vuole essere uno strumento per la individuazione e il sostegno dei talenti più capaci e innovativi». E’ la stessa filosofia che spinge Telecom Italia a impegnarsi sul fronte del sostegno alle startup e della collaborazione con le migliori università: «Solo quest’anno finanzieremo 95 PhD, figure di ultraspecialisti, che la cultura italiana tende a trascurare e che altrove – per esempio negli Stati Uniti – non si chiudono nei laboratori, ma diventano protagonisti dell’economia reale. Con le università di eccellenza daremo invece vita a una nuova formula di Joint Open Lab, in cui metteremo a disposizione reti, piattaforme e capitali in cambio dell’entusiasmo dei giovani ricercatori». Anche il progetto “Changemakers” punta a coinvolgere giovani talenti per selezionare le migliori proposte relative a temi rilevanti per lo sviluppo economico, sociale e ambientale. Gli aspiranti “innovatori” saranno chiamati a presentare le proprie idee sui temi che caratterizzano l’Esposizione Universale del 2015 e nei quali l’introduzione delle nuove tecnologie digitali potrà avere effetti di particolare impatto. «Oggi la tecnologia è ovunque» – ha affermato Giuseppe Sala, amministratore delegato di Expo 2015 – «e il nostro progetto acquista sempre più concretezza grazie anche a iniziative come “Changemakers”. Immaginare un futuro “intelligente”, interconnesso e sostenibile è possibile: ai giovani talenti il compito di realizzarlo – a Expo Milano 2015 e ai suoi partner – quello di fornire gli strumenti abilitanti». Patuano ha annunciato la firma di un accordo di collaborazione tra Telecom Italia e Fastweb per lo sviluppo di una infrastruttura “fiber to the cabinet” «che porterà la fibra sotto le case dei cittadini». Il memorandum siglato dai due operatori si inserisce nella strategia Telecom per la diffusione della banda ultralarga («dai 30 ai 50 megabit – ha precisato Patuano») in cento città italiane entro il 2014. Perché il cambiamento non deve riguardare solo Milano.

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