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In passerella la finanza si fa casual

Parola d’ordine: differenziare. Le strade del marketing sono infinite. Gli esperti di Business Analytics fanno il resto. E anche le banche aguzzano l’ingegno con un occhio alla raccolta di denaro e uno sguardo al prossimo, imminente quanto inevitabile, rialzo dei tassi da parte della Banca Centrale Europea. Le soluzioni creative non sono però alla portata di tutti. Da un lato, si arrotondano i margini con operazioni old style che drenano risorse direttamente dalle tasche dei clienti, come il balzello (da uno, fino a tre euro) sul prelievo di contante allo sportello “fisico”. La misura non è originale, ma – con il suggello di Abi e Banca d’Italia – ha messo subito tutti d’accordo: Unicredit, Bnl, Mps, Ubi, Cariparma, Popolare di Milano, in controtendenza, Intesa Sanpaolo. Dall’altro lato, alcuni provano a trasformare in moneta sonante il proprio capitale di marca. È quello che ha fatto a Milano, durante la settimana della moda, il Gruppo Monte Paschi di Siena, lanciando in passerella la linea di sportswear “1472”. Il progetto, partito con finalità umanitarie, si è già moltiplicato su polo, magliette, felpe e anche bottiglie di vino rosso, che recano in etichetta l’anno di fondazione della più antica istituzione bancaria d’Italia ancora attiva. Il lancio della linea sportswear apre la strada, non a caso, alla nuova campagna di comunicazione del Gruppo Mps, che strizza l’occhio al sentimento di identità nazionale (“1472: l’Italia ha i numeri”) e attinge ai due asset di eccellenza del made in Italy: moda e vino. Sarebbe bello se il presidente di Mps, Giuseppe Mussari, ricambiasse il favore alle piccole imprese che hanno contribuito a costruire la fama dell’Italia nel mondo e che – oggi – sentono il morso della crisi. Anche solo con una bottiglia di vino.

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