L’evoluzione del parco applicativo secondo HP


Le soluzioni di Application Transformation del gigante di Palo Alto consentono di razionalizzare, modernizzare e mantenere sempre aggiornato il parco applicativo partendo dalla situazione in essere

 

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Storicamente il mondo applicativo è cresciuto in maniera disordinata: per paura del cambiamento, molto spesso si sono mantenute le soluzioni originarie, sviluppate con logiche, linguaggi e tecnologie ormai obsoleti; per venire incontro alle esigenze di business, poi, nel corso del tempo è stato necessario aggiungere molti altri applicativi, spesso pacchettizzati, con un inevitabile aggravio in termini di costi e complessità gestionali.

«In un mondo che corre sempre più in fretta, in cui il time-to-market di prodotti e servizi non si misura più in termini di mesi e anni, ma di giorni o, al massimo, settimane, questo paradigma non è più sostenibile – dice Michele Cutillo, vice president Enterprise Services di HP Italia (www.hp.com/it) -; per rispondere adeguatamente alle esigenze degli utenti, siano essi i clienti finali, quando si parla del mondo enterprise, o i cittadini, quando si pensa alla Pubblica Amministrazione, bisogna fare un salto di qualità: dopo aver analizzato attentamente il parco applicativo esistente, è necessario disegnare una roadmap degli interventi necessari per razionalizzarlo, modernizzarlo e mantenerlo nel tempo sempre allo stato dell’arte».

Da tempo la divisione HP Enterprise Services, che, ricordiamolo, ha ereditato tutta l’esperienza di EDS, affianca organizzazioni pubbliche e private di ogni dimensione in questo percorso evolutivo attraverso un ricco portafoglio di soluzioni di Application Transformation che è stato recentemente potenziato con nuovi tool come, per esempio, i servizi HP Application Transformation Services for Client Computing per la migrazione dei client a Windows7 o, per quanto riguarda la sicurezza, le nuove versioni di HP Fortify 360 e HP Application Security Center che, insieme all’HP Fortify Real-Time Hybrid Analysis, offrono tutta l’intelligenza necessaria per gestire in maniera proattiva la sicurezza applicativa o, ancora, il software HP Cloud Services Automation 2.0 che, grazie ai miglioramenti apportati in termini di automazione, monitoraggio e provisioning, consente di costruire rapidamente ambienti Cloud privati e pubblici e di velocizzare il deployment delle applicazioni.

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 Sono importanti i risultati

«Più che i singoli strumenti, però, sono importanti i risultati», sottolinea Cutillo. Vale allora la pena soffermarsi sui progetti che testimoniano la validità dell’approccio di HP al tema della modernizzazione delle applicazioni. In Italia, per esempio, è stata avviata una partnership con il ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca (Miur) che ha visto la migrazione di migliaia di programmi batch realizzati in Cobol su una infrastruttura di ultima generazione: in questo modo il Miur ha ridotto il proprio portafoglio applicativo del 33% e i costi di sviluppo del 38%. Il ministero prevede inoltre di risparmiare più di 12 milioni di euro sull’hardware e sulle licenze software in tre anni e di completare la rimozione dell’architettura mainframe adottata trent’anni fa. Grazie a questa trasformazione, è stato possibile avviare il progetto ScuolaMia, che si inserisce nell’ambito dell’iniziativa Vivifacile voluta dal ministero della Pubblica Amministrazione e dell’Innovazione, un portale attraverso il quale le famiglie possono essere informate tempestivamente su assenze e ritardi dei figli, richiedere certificati e documenti online e prenotare i colloqui con i docenti. La stessa piattaforma verrà gradualmente estesa anche ad altri Enti pubblici, a cominciare dalla Motorizzazione Civile.

Ancora più ambizioso il progetto realizzato da HP per il Governo belga: attraverso la piattaforma denominata Magda (Maximun Data Sharing between Agencies), infatti, oltre 6 milioni di cittadini possono fruire dei servizi erogati da oltre 70 agenzie governative in modo molto più rapido, sicuro ed efficiente.