Andare al passo dell’evoluzione IT

A cura di Riccardo Brizzi, Chief Operating Officer di SQS

L’evoluzione del mondo IT sta procedendo in modo addirittura più rapido che nel passato, e ogni giorno ci sono nuove soluzioni tecnologiche. Con un cloud computing che è ormai diventato la norma, e con Gartner che prevede che entro il 2016 rappresenti il grosso dei nuovi investimenti IT, la tecnologia sta diventando sempre più accessibile anche in termini di investimenti. La crescita delle opzioni e delle aspettative, però, rappresenta un problema per le aziende, che si trovano a lottare per tenere il passo e in molti casi rischiano addirittura la paralisi.

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Le aziende sanno che devono tenere il passo con l’evoluzione della tecnologia per rispondere alle esigenze del mercato, ma spesso è proprio il primo passo a rappresentare un problema. Per ridurre la barriera, e le complessità associate alle nuove soluzioni IT, alla velocità del cambiamento e ai rischi dei problemi del software, la quality assurance deve essere una priorità ed è più importante che mai per il successo di qualsiasi progetto.

I bug più famosi sono persino finiti sui titoli dei giornali, e la società di ricerca Standish Group afferma che il tasso di errore è rimasto costante intorno al 70% negli ultimi 20 anni. Oggi, con un rischio di fallimento dei progetti software che non è mai stato così alto, ci sono tre problemi chiave da affrontare prima di imbarcarsi in un progetto di cambiamento dell’infrastruttura IT, per assicurarsi che una gestione corretta possa aiutare a superare le paure e le resistenze associate a quel fondamentale primo passo.

1. Assicurarsi che gli obiettivi dell’azienda e dell’IT siano allineati

Può sembrare ovvio, ma un presupposto indispensabile per il successo di ogni progetto software è quello di assicurare che tutti puntino allo stesso obiettivo, perché ci potrebbe essere un gap tra le esigenze dell’azienda e l’offerta IT e – a meno che gli stakeholder e gli utenti vengano coinvolti nell’intero processo – il risultato potrebbe essere diverso da quello atteso, o – peggio ancora – potrebbe rivelarsi un fallimento proprio all’ultimo momento, quando si tratta di andare in produzione.

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L’obiettivo finale è quello di ridurre i rischi a tutti i livelli, usando l’IT in funzione delle esigenze dell’azienda. Questo può avvenire solo misurando la qualità di tutti gli elementi che devono essere implementati, definendo una road map per ciascun elemento, sfruttando i vantaggi delle tecnologie Agile, e assicurando la massima trasparenza tra le diverse aree di business.

2. Sposare la filosofia Agile

La flessibilità organizzativa è un aspetto chiave del successo della gestione del cambiamento dell’infrastruttura IT. L’avvento delle tecnologie cloud-based ha costretto le aziende a diventare più “agili” nel loro approccio verso le nuove tecnologie, dato che il cloud permette l’accesso a queste indipendentemente dalle dimensioni dell’azienda in quanto il budget non è più una barriera. Con la pressione sui costi legata all’attuale situazione economica, le aziende devono poter reagire e aggiornare le proprie infrastrutture con maggiore rapidità per contenere i costi stessi, senza rischi di impatto sull’organizzazione.

In effetti, è proprio questo aspetto di rischio che non viene preso in sufficiente considerazione, o viene addirittura ignorato. Spesso, durante la fase di sviluppo è il contenimento dei tempi e dei costi a prendere il sopravvento, mentre i test e la quality assurance vengono effettuati in fretta e furia alla fine del progetto, e spesso non sono nemmeno previsti dalle specifiche. Conoscere i problemi alla fine, quando non c’è il tempo per correggerli, può avere un effetto negativo sul business, e tradursi in costosi aggiornamenti e danni potenziali alla reputazione del brand.

Oltre ad aumentare la flessibilità e la capacità di reagire rapidamente, i principi della filosofia Agile aiutano a ridurre i rischi dei progetti di trasformazione IT. Infatti, per poter erogare velocemente le modifiche, il processo viene diviso in fasi di dimensioni ridotte che vengono testate a intervalli regolari per assicurare un processo di transizione morbido e un risultato positivo.

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3. Fornitori specializzati

La tecnologia è diventata un aspetto critico dell’infrastruttura delle aziende che vogliono interagire e comunicare con, e vendere al proprio target. Comunque, lo sviluppo del software necessario per il supporto di questa infrastruttura non è un aspetto banale, e non dovrebbe essere affrontato in modo superficiale.

Nella maggior parte delle situazioni, lavorare con un certo numero di specialisti invece che con un unico grande vendor che promette di gestire tutti gli aspetti rappresenta la soluzione migliore. A prima vista, può sembrare più complicato, ma allo stato dei fatti lavorare con più fornitori permette di attingere a un pool di esperienze IT molto più solido, con la certezza di un miglior risultato finale. Inoltre, la flessibilità è molto più facile da raggiungere lavorando con una serie di fornitori specializzati.

L’attività di coordinamento dovrebbe essere un processo centralizzato per la gestione della qualità e della trasparenza, per fare in modo che tutti i vendor collaborino al raggiungimento dello stesso obiettivo in modo integrato con tutte le divisioni dell’azienda, per ridurre i rischi di fallimento.

La trasformazione dell’IT e il ritmo frenetico dell’evoluzione della tecnologia possono sembrare, a prima vista, dei problemi impossibili da gestire, ma “dividendoli” in elementi di dimensioni gestibili e mettendo la quality assurance al centro del progetto, le aziende possono sfruttare fino in fondo i vantaggi dell’innovazione per rimanere sempre un passo più avanti rispetto ai propri concorrenti.